Il secondo giorno dell’udienza speciale nel tribunale di Atlanta per decidere se Fani Willis potrà continuare ad essere l’inquirente nel procedimento giudiziario in cui è stato incriminato Donald Trump e altre 18 persone, è cominciato con una sorpresa: né l’accusa, né la difesa, hanno voluto che Fani Willis continuasse la sua deposizione. Per tutte e due le parti quello che ha detto ieri nella sua lunga e animosa deposizione è bastato.
Quelle che si stanno tenendo ad Atlanta sono udienze speciali per fare luce sulle accuse dei difensori di Donald Trump che accusano Fani Willis di avere una relazione sentimentale con Nathan Wade, uno degli avvocati da lei assunto per coordinare le indagini. I legali di Trump e dei suoi complici tentano di plasmare questa assunzione come una macchinazione per sfruttare la procura distrettuale a pagare salate parcelle all’avvocato, e amico del cuore della procuratrice distrettuale, per poi andare in vacanza insieme a spese dello Stato.
Le udienze non hanno nulla a che vedere con il caso giudiziario di Trump, ma la decisione del magistrato potrebbe costringere il procuratore distrettuale a passare l’inchiesta a qualche altra procura della Georgia, o a un inquirente speciale nominato dal governatore, e quindi ritardare il processo all’ex presidente.
Per mostrare solidarietà a Fani Willis oggi sono comparsi nella piccola aula del processo il sindaco di Atlanta, Andre Dickens, l’ex sindaco Shirley Franklin, Gerald Griggs, il presidente della NAACP della Georgia, e il vescovo episcopale metodista Reginald Jackson.
Oggi hanno deposto l’ex governatore della Georgia Roy Barnes, il padre di Fani Willis, e anche l’avvocato di Nathan Wade.
Dal banco dei testimoni Roy Barnes, che è uno degli avocati più noti di Atlanta, ha raccontato come Fani Willis lo avesse chiamato prima che Nathan Wade fosse assunto. Gli sono state fatte una serie di domande per stabilire che Fani Willis cercava di assumere avvocati altamente qualificati prima di rivolgersi a Wade, e non ha dato intenzionalmente a Wade un lavoro ben retribuito per poi trarne un vantaggio.
Barnes ha testimoniato che era lusingato dalla richiesta ma l’ha dovuta respingere sia per ragioni economiche, perché avrebbe potuto alienare alcuni dei suoi clienti e lui non se lo sarebbe potuto permettere, sia per le minacce che i seguaci dell’ex presidente indirizzano ai magistrati e inquirenti nei casi giudiziari in cui Trump è imputato. Barnes ha affermato di aver precedentemente perseguito casi di alto profilo, durante i quali ha dovuto affrontare numerose minacce, ma mai così serie come quelle che ha subito e subisce Fani Willis.
Barnes ha parlato molto bene sia di Wade che di Willis durante la sua testimonianza, definendo a un certo punto il procuratore distrettuale “una giovane donna molto qualificata”. Per quanto riguarda Wade, ha detto di non essere sorpreso che sia stato chiamato a svolgere il ruolo di procuratore speciale nel caso. “Nathan è un buon organizzatore, l’ho osservato nel corso degli anni”.

Ha poi preso la parola il padre di Fanni Willis, John Floyd, il quale ha raccontato della valanga di minacce che lui e sua figlia hanno subito dopo che lei aveva era stata eletta procuratore distrettuale. John Floyd ha dato alcuni particolari della sua vita, un uomo molto interessante e non convenzionale. Avvocato penalista, dalle Black Panther della sua gioventù al suo attivismo in Sudafrica per liberare Nelson Mandela, fino alla sua breve relazione con Angela Davis e sul soggetto e sceneggiatura che sta scrivendo di un documentario sulla sua vita.
Da allora si sono visti raramente, solo “13 volte” da quando lei ha lasciato la sua casa originaria, e per non più di tre ore ogni volta, a causa del pericolo. Ma hanno parlato spessissimo al telefono ogni giorno. Ha parlato della figlia, della nuova abitazione “segreta” per via delle minacce, dei soldi in contanti tenuti in casa e delle difficoltà per gli afroamericani del Sud a pagare con le carte di credito. “Ho insegnato a mia figlia a tenere i contanti in casa e pagare con i contanti”, ha detto John Floyd. Di Nathan Wade ha detto di averlo visto con la figlia ma solo lo scorso anno.
Gli avvocati di Donald J. Trump e dei suoi coimputati hanno poi chiamato a deporre Terrence Bradley, che è stato descritto come il loro “testimone principale”. Terrence Bradley è un avvocato che ha rappresentato Nathan Wade nel suo divorzio. Ma era anche il partner nello studio con Nathan Wade. Testimonianza costantemente interrotta perché essendo l’avvocato di Wade, quindi legato al segreto professionale, non ha potuto rispondere alle domande che gli fanno gli avvocati di Trump. Ma è anche il possessore dei segreti di Wade e per questo è stato aggressivamente interrogato. Ma anche gli avvocati di Fanni Willis lo hanno maltrattato mettendo in piazza che ha dovuto lasciare lo studio legale con Wade per una denuncia di molestie sessuali. La testimonianza potrebbe estendersi fino alla prossima settimana. Non si prevede che il giudice, Scott McAfee, si pronunci immediatamente.