Secondo un nuovo studio, i membri di tutti e quattro i gruppi di grandi scimmie hanno un gran senso dell’umorismo. Lo studio è stato condotto dai biologi cognitivi e dai primatologi dell’Università della California di Los Angeles (UCLA), del Max Planck Institute of Animal Behavior, dell’Università dell’Indiana e dell’Università della California di San Diego e pubblicato di recente dalla Royal Society Journal.
I gorilla, gli scimpanzé, i bonobo e gli orangutanghi scherzano provocando gli amici e i parenti, e in particolari le sorelle maggiori, con atteggiamenti buffi, per poi farsi da parte per aspettare la reazione, così come facciamo noi umani. Secondo gli scienziati l’analisi getta nuova luce anche sulle origini dell’umorismo umano. “Stiamo valutando la possibilità che gli animali non si concentrino sempre sulle azioni necessarir per la sopravvivenza”, ha dichiarato la coautrice senior dello studio Erica Cartmill dell’Università della California, Los Angeles.
Ma come si legge nello studio, l’atto di scherzare si basa su complesse capacità cognitive: comprendere le norme sociali, anticipare le risposte degli altri e le loro aspettative. La presa in giro giocosa, che è presente nei bambini piccolissimi che ancora non hanno elaborato un linguaggio verbale completo, è basata su molte di queste caratteristiche cognitive condivise con le scimmie. Inoltre, come avviene nel contesto del comportamento scherzoso negli esseri umani adulti, l’atteggiamento di presa in giro delle scimmie è provocatorio, persistente e include elementi di sorpresa e gioco.
Come spiegano gli autori dello studio “Ci sono alcune prove che le grandi scimmie possono scherzare in modi cognitivi strutturalmente simili agli umani; tuttavia, non esiste ancora uno studio sistematico. Abbiamo sviluppato un sistema di codifica per identificare gli scherzi giocosi e l’abbiamo applicato basandoci sul metodo di osservazione dei video di 17 scimmie (oranghi, bonobo e gorilla) ospitate dallo zoo di S. Diego e 17 scimpanzé dello zoo di Lipsia. Tutte e quattro le specie si sono impegnate in comportamenti intenzionalmente provocatori, spesso accompagnati da caratteristiche di gioco. Abbiamo trovato un comportamento di presa in giro giocosa caratterizzata da atteggiamenti di attenzione, unilateralità, risposta, ripetizione ed elaborazione/escalation, che tra l’altro abbiamo notato svolgersi principalmente in contesti rilassati”, puntualizzano gli scienziati.
A questo punto è innegabile che questi animali ci somiglino anche in questo senso. D’altronde come spiegava la celebre etologa britannica Jane Goodall “Si tratta degli esseri viventi più simili a noi e di specie che hanno un’intensa vita relazionale ed emotiva, differenti personalità, comportamenti complessi e consapevolezza di sé”.