La Camera ha votato la procedura di impeachment per il Segretario alla Sicurezza Interna, Alejandro Mayorkas, una cosa che non accadeva da quasi 150 anni per un ministro in carica. L’accusa, in sostanza, è quella di “non avere fatto il proprio lavoro” soprattutto in termini di lotta all’immigrazione.
Lo speaker della Camera, Mike Johnson, si è affrettato a rimettere al voto l’impeachment di Mayorkas dopo che la settimana scorsa, con una imbarazzante debacle, gli era venuta meno la maggioranza. Lo scrutinio è stato spinto da Johnson proprio poche ore prima della chiusura dei seggi nell’elezione speciale a New York, che potrebbe dare ai democratici un posto in più alla Camera. Tre repubblicani hanno comunque votato contro la procedura di messa in stato d’accusa per il Segretario di Sicurezza Interna.
Mayorkas, 64 anni, di origine cubana, il primo latinoamericano e immigrato a capo del dipartimento, diventa il secondo membro del gabinetto nella storia degli Stati Uniti a essere messo sotto accusa. Eppure non c’è nessuna possibilità che la maggioranza dei due terzi del Senato voti per condannarlo e rimuoverlo dall’incarico.
“I repubblicani alla Camera saranno ricordati dalla storia per aver calpestato la Costituzione per fini politici piuttosto che per aver lavorato per risolvere le gravi sfide al nostro confine”, ha detto poco dopo il voto la portavoce della Homeland Security, Mia Ehrenberg.
Furioso il presidente Joe Biden, che ha parlato di “un palese atto di partigianeria incostituzionale“.
I parlamentari repubblicani legati a Trump hanno premuto e voluto fortemente la messa in stato d’accusa per mantenere alta la pressione sull’emergenza al confine con il Messico che, secondo i calcoli dell’ex presidente, è uno dei punti più sentiti dall’elettorato. L’iniziativa sottolinea la volontà dei repubblicani di utilizzare i propri poteri investigativi e di supervisione in modo da far si che la sicurezza delle frontiere e l’immigrazione restino al centro della scena elettorale fino alle elezioni di novembre.

Alcuni repubblicani al Senato hanno espresso preoccupazione per il fatto che le azioni di Mayorkas non siano all’altezza degli standard di “crimini e misfatti elevati” stabiliti dalla Costituzione per gli impeachment e del pericoloso precedente creato dai repubblicani alla Camera.
Mike Johnson ha detto che Alejandro Mayorkas “merita di essere messo sotto accusa” e ha difeso la strumentalizzazione fatta per la sicurezza della frontiera dalle critiche sia dei democratici che dei repubblicani al Senato.
“Fin dal suo primo giorno in carica, il segretario Mayorkas ha volontariamente e costantemente rifiutato di rispettare le leggi federali sull’immigrazione, alimentando la peggiore catastrofe al confine nella storia americana – ha dichiarato Johnson. – Ha minato la fiducia del pubblico attraverso molteplici false dichiarazioni al Congresso, ostacolato il controllo legale del Dipartimento per la Sicurezza Nazionale e violato il suo giuramento”.
Mai nessun governo ha detenuto tutti i migranti, e gli esperti di diritto dell’immigrazione che hanno valutato le affermazioni dello speaker della Camera hanno stabilito che Mayorkas non ha violato alcuna legge e sta facendo le stesse scelte difficili con cui le amministrazioni passate si sono confrontate.
Il pretesto dei parlamentari repubblicani per mettere sotto accusa Mayorkas è quello di aver mentito quando ha testimoniato sostenendo che il governo ha il controllo operativo del confine, cosa che i repubblicani contestano. Hanno anche spostato l’attenzione sulla sua testimonianza sul Secure Fence Act, che definisce il controllo operativo del confine come uno status in cui nessuna persona entra impropriamente nel Paese. Mai nessun Segretario della Homeland Security ha raggiunto questo standard.
Alcuni giuristi conservatori sono stati molto critici nei confronti del caso di impeachment del GOP per Mayorkas, votato senza che ci fosse una prova delle accuse che gli sono state mosse.