Non solo i senatori hanno passato il pacchetto di aiuti per l’Ucraina, ma ora fanno pressing sui parlamentari della Camera del loro partito per approvare il disegno di legge. Le parole di Trump sulla NATO hanno allarmato i repubblicani non trumpiani che immediatamente hanno preso le distanze dall’ex presidente e spingono per finanziare Kiev.
Sia il leader di maggioranza del Senato, il democratico Chuck Schumer, che il leader della minoranza repubblicana Mitch McConnell hanno esortato lo speaker della Camera, Mike Johnson, a portare al voto gli aiuti a Kiev, ma quest’ultimo ha già risposto che non intende accogliere il testo così come approvato dal Senato.

“Abbiamo sentito ogni sorta di voci sul fatto che la Camera sostenga o meno l’Ucraina – ha detto Mitch McConnell a Politico – e mi sembra che il modo più semplice per risolvere questo problema sia quello di portare al voto il disegno approvato dal Senato”.
“Ora spetta alla Camera cogliere il momento e salvare la democrazia come la conosciamo”, ha ribadito Chuck Schumer. “Spero di poter parlare direttamente con lo speaker Johnson. Il mio messaggio sarà che questo è uno dei rari momenti in cui la storia guarda agli Stati Uniti per vedere se siamo fedeli ai nostri valori e contrastiamo i tiranni come Putin”, ha detto il leader democratico. “Allo speaker dirò che sono fiducioso nel fatto che vi sia una larga maggioranza alla Camera pronta a votare per questa legge, che ci sono molti repubblicani pronti a farlo: gli chiederò di dimostrarsi all’altezza del momento e fare la cosa giusta”.
Schumer ha rimarcato la “robusta maggioranza” con cui la legge è passata al Senato, compreso il voto di 22 repubblicani. E di fronte alle contestazioni di Johnson in merito alla mancanza nel testo delle misure sul confine, ha ricordato che i democratici “sono stati disponibili a fare molti passi verso” le proposte richieste dai repubblicani per ottenere l’accordo bipartisan.
“Sfortunatamente troppi repubblicani hanno ceduto agli ordini di Donald Trump”, ha affermato Schumer, sottolineando come sia stato l’ex presidente a chiedere di affondare il testo che, invece, le conteneva. “Come adesso ha esortato, senza successo, i senatori del suo partito ad affondare anche il pacchetto per l’Ucraina”.

Oltre ai leader del Senato nella vicenda è entrato anche il presidente Joe Biden che si è congratulato con loro e ha spronato la Camera a procedere “con urgenza” perché “i costi dell’inazione aumentano ogni giorno, soprattutto in Ucraina”, dove secondo i media “i soldati prima linea sono a corto di munizioni”. Riferendosi a Trump, il presidente ha sottolineato l’importanza del ruolo leader degli Stati Uniti aggiungendo che se non ci si oppone ora “ai tiranni che cercano di conquistare o spartirsi il territorio dei loro vicini”, le conseguenze saranno significative anche per la sicurezza nazionale americana.
Il fatto che circa la metà dei senatori repubblicani abbia appoggiato l’iniziativa bipartisan rompendo con le richieste di Trump è una briscola che i democratici si stanno giocando alla Camera per evidenziare la sudditanza di Johnson all’ex presidente. Hakeem Jeffries, il leader della minoranza democratica alla Camera, sta prendendo in esame la possibilità di forzare la mano dello speaker, promuovendo una manovra procedurale nota come “petizione di discarico” che consentirebbe ai democratici di imporre una votazione in aula su un disegno di legge già approvato dal Senato. Per fare questo, però, Jeffries deve prima compattare i suoi compagni di partito perché ci sono molti dissidenti per via degli aiuti a Israele contenuti nel pacchetto e per i quali alcuni dem sono contrari. E deve anche trovare sei parlamentari repubblicani che appoggino la sua manovra perché per passare la petizione di discarico ha bisogno del voto della maggioranza della Camera.