Mercati in profondo rosso a Wall Street e rendimenti dei titoli del Tesoro oltre il 4,28%: sono questi gli effetti dell’ultimo report sui prezzi al consumo pubblicati dal Dipartimento del lavoro martedì mattina. I dati sui prezzi in gennaio hanno mostrato un aumento dello 0,3% rispetto a dicembre, mentre su base annuale l’indice è cresciuto del 3,1%. Gli economisti intervistati dal Dow Jones si aspettavano che l’indice dei prezzi al consumo sarebbe aumentato dello 0,2% su base mensile e del 2,9% su base annuale. I prezzi core, che escludono i componenti alimentari ed energetici volatili, sono aumentati dello 0,4% in gennaio e del 3,9% rispetto a un anno fa. Si prevedeva che il Cpi core aumentasse rispettivamente dello 0,3% a gennaio e del 3,7% rispetto allo stesso periodo del 2023.
I dati chiudono le speranze di tagli dei tassi in marzo e forse anche in estate. Tuttavia stamani secondo il FedWatch Tool del CME, i mercati valutano con una probabilità del 78% che la Fed tagli i tassi di almeno un quarto di punto a giugno e imputano l’impennata del mese scorso collegata al cosiddetto “effetto gennaio” che vede le aziende aumentare i prezzi all’inizio di ogni anno.
il quadro generale dell’inflazione “è ancora molto buono”, per Lael Brainard, direttore del Consiglio economico nazionale della Casa Bianca che, nell’intervista a CNBC, ha sottolineato un’occupazione e una crescita ancora molto forti. Sui dati caldi di gennaio, la Brainard preferisce non mettere troppa enfasi, perché si tratta di un solo rapporto, mentre il trend continua ad essere al ribasso.
“In un momento in cui la crescita e l’occupazione rimangono forti, l’inflazione è scesa di due terzi rispetto al suo picco, ma sappiamo che c’è ancora molto lavoro da fare per ridurre i costi” ha commentato il presidente americano Joe Biden, sottolineando che “la crescita dei salari è stata la più forte di qualsiasi ripresa economica degli ultimi 50 anni”, ma serve allo stesso tempo “ridurre i costi per le famiglie della classe media”. Proprio questi soldi aggiuntivi continuano a spingere la spesa degli americani e i prezzi imposti dalle aziende. Il presidente ha elencato che riduzione del prezzo dei farmaci, cancellazione delle tasse spazzatura e riduzione ingannevole del packaging saranno i campi su cui lavorerà con impegno, quest’ultima scelta di modificare le confezioni per ottenere più margini non è stata gradita dalla Casa Bianca che intende esaminare la questione molto attentamente.
“Abbiamo compiuto progressi significativi nella nostra lotta per ridurre l’inflazione”, ha detto la segretaria al Tesoro, Janet Yellen, intervenendo al West Penn Hospital di Pittsburgh. La Yellen ha sottolineato che “l’inflazione complessiva è scesa di circa due terzi rispetto al suo picco”, con i prezzi di benzina, uova e biglietti aerei che sono diminuiti. La segretaria al Tesoro ha ribadito che “l’indice principale dei prezzi al consumo è sceso al 3,1%. Si tratta di sei punti percentuali al di sotto del suo picco nel giugno del 2022”, precisando che la ventilata recessione non si è materializzata e il mercato del lavoro resta forte. Anche lei come il presidente Biden è consapevole che i costi di alcuni beni e servizi importanti per le famiglie americane sono ancora troppo alti e serve affrontare questo problema con priorità. Anche questo è uno dei fronti su cui si gioca la rielezione di Biden.