Assolto ed insultato. Ma anche arrabbiato. Joe Biden ha tenuto una press conference dalla Casa Bianca dopo che il procuratore speciale Robert Hur, nominato dal Dipartimento della Giustizia per indagare sui documenti non restituiti quando Biden era vicepresidente, ha concluso le sue indagini affermando che lui aveva “intenzionalmente conservato e divulgato materiale riservato”, ma non dovrà fronteggiare accuse penali.
L’indagine era stata avviata più di un anno fa dopo il ritrovamento di diversi documenti nel garage della casa di Biden. Quando questi documenti sono stati scoperti, sono stati immediatamente restituiti. “Erano appunti privati, cose che mi annotavo per ricordarmi di chiederle al presidente Obama. Erano mie impressioni di incontri politici, o di situazioni che avrei voluto portare all’attenzione di Obama come il ritiro dall’Afghanistan. Non erano documenti segreti. Non ho mai fatto vedere a qualcuno le mie note riservate”, aggiungendo comunque che si assumeva la responsabilità per non aver visto esattamente cosa il suo staff stesse facendo.
Nel rapporto di 338 pagine Robert Hur sostiene che tra il materiale ritrovato c’erano appunti sulla politica militare ed estera in Afghanistan, note scritte a mano su questioni di sicurezza nazionale ed estera. Il rapporto è stato reso pubblico dopo che la Casa Bianca non ha chiesto nessuna limitazione.
“L’incriminazione di Mr. Biden – c’è scritto nel documento – non è richiesta anche sulla base della considerazioni di aggravanti ed attenuanti”, afferma Hur, in riferimento al fatto che, a differenza di Trump, Biden consegnò immediatamente le carte segrete una volta che erano stata trovate dal suo staff nel garage.
L’inquirente speciale nel suo rapporto mette in evidenza le difficoltà degli assistenti dell’allora vicepresidente che non riuscivano a registrare gli appunti che Biden scriveva a mano nei suoi quaderni personali in cui annotava le sue impressioni, gli incontri e le conversazioni che aveva avuto nel corso del suo lavoro. “E – scrive Hur nel suo rapporto – non esisteva alcuna procedura per rintracciare parte del materiale riservato che Biden aveva ricevuto al di fuori dei suoi briefing book”.
Una cattiva gestione dei documenti aggiungendo che “un’incriminazione non sarebbe giustificata”, ma ha definito Biden come un “uomo anziano con una cattiva memoria”. Osservazioni queste contestate dalla Casa Bianca che le ha definite “inappropriate”.
Ma Biden deve essere stato particolarmente ferito da questo commento sulla sua vetusta età fatto da Hur perché su due piedi ha convocato una conferenza stampa e ha dato ai giornalisti la sua versione dell’inchiesta. Si è assunto tutta la responsabilità anche se i documenti erano stati archiviati e portati nel garage di casa sua dai suoi assistenti. Non ho commesso nessun crimine con le carte che avevo a casa – ha detto Biden – non solo io ho collaborato con la giustizia, deponendo per cinque ore in due giorni, l’8 e il 9 ottobre, all’indomani dell’attacco di Hamas contro Israele, quindi nel bel mezzo di una crisi internazionale. Ma Trump ha mentito e non ha collaborato alle indagini”, ha aggiunto il presidente
Biden si è particolarmente risentito dalle critiche di Robert Hur che per dare un esempio dei vuoti di memoria del presidente durante l’interrogatorio ha inserito nel suo rapporto che il presidente non ricordava quando morì suo figlio Beau.
E questo dell’età sta diventando il punto in cui tutti gli alleati di Trump martellano Biden. Ad una giornalista della Fox News che ha chiesto al presidente se credeva che la sua memoria fosse peggiorata. Biden ha risposto: “La mia memoria va bene”, poi ha parlato dei suoi successi per chiudere ironizzando: “Nessuno di voi pensava che avrei potuto superare qualcuna delle cose che ho superato. Come è successo? Il presidente ha poi scherzato con la giornalista che aveva cercaato di metterlo in difficoltà “ho una cattiva memoria perchè ti ho fatto fare la domanda”.
Tra la raffica di domande urlate dai giornalisti Biden ha risposto anche a una sulla situazione in Medio Oriente. “La risposta di Israele a Gaza è stata eccessiva” (over the top) ha detto il presidente aggiungendo che ha fatto pressioni sul governo israeliano per consentire l’ingresso di aiuti umanitari. “Ho convinto Netanyahu. Ci sono moltissime persone innocenti che muoiono di fame, donne e bambini innocenti che hanno disperato bisogno di aiuto. Ho parlato al telefono con i sauditi per portare a Gaza quanto più aiuti possibili”. Biden ha anche sottolineato che sta premendo per arrivare ad un accordo sul cessate il fuoco e sugli ostaggi.
Subito dopo che Hur ha reso nota la sua indagine l’ex presidente Donald Trump ha contestato le conclusioni. “Questo caso ha dimostrato che il sistema giudiziario ha un doppio standard e i processi contro di me sono selettivi e incostituzionali!”, ha attaccato l’ex presidente. Aggiungendo “Il caso di Biden è 100 volte diverso e più grave del mio”. In aiuto dell’ex presidente immediatamente si è gettato lo speaker della Camera Mike Johnson. “La scoperta del procuratore speciale secondo cui il presidente Biden ha volontariamente conservato e divulgato materiale riservato con pratiche che presentano seri rischi per la sicurezza nazionale è profondamente inquietante”, scrive lo speaker della Camera in una dichiarazione congiunta con Steve Scalise, Elise Stefanik, Tom Emmer. “Tra gli aspetti più inquietanti di questo rapporto – continua il messaggio di Mike Johnson – c’è la giustificazione del procuratore speciale per non aver formulato accuse: vale a dire che la memoria del presidente aveva forti limitazioni. Un uomo troppo incapace da essere ritenuto responsabile della cattiva gestione di informazioni riservate è certamente inadatto allo Studio Ovale”, conclude Mike Johnson.