Andrà in onda alla mezzanotte di venerdì (ora italiana, le 18:00 di giovedì a New York) su X la prima intervista di Vladimir Putin con un giornalista occidentale dallo scoppio della guerra in Ucraina. Il leader russo l’ha registrata martedì con il reporter statunitense Tucker Carlson, ex presentatore di punta di Fox News licenziato dal network per presunte simpatie filo-razziste.
La conferma ufficiale è arrivata nelle scorse ore tanto dal giornalista stesso quanto dal Cremlino. In un post su X, Carlson ha difeso la controversa decisione di intervistare il presidente russo – criticata dagli ambienti mainstream e atlantisti per il megafono fornito alla propaganda moscovita – come un’occasione per comprendere meglio il punto di vista russo sulla guerra.
“Non siamo qui perché amiamo Vladimir Putin…. Non vi incoraggiamo ad essere d’accordo con quello che Putin potrebbe dire in questa intervista, ma vi invitiamo a guardarla. Dovreste saperne il più possibile”, ha detto il reporter vicino a Donald Trump, che sostiene di aver chiesto un’intervista anche al presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
A convincere Putin, secondo il suo portavoce Dmitrij Peskov, sarebbe stato l’approccio giornalistico “imparziale” del giornalista e la capacità di quest’ultimo di smarcarsi dal racconto “unilaterale” del conflitto ucraino.
“In Occidente, i grandi network, i canali televisivi e i grandi giornali non possono in alcun modo permettersi di apparire imparziali”, ha dichiarato Peskov mercoledì durante un briefing. “Sono tutti media che assumono una posizione eccezionalmente unilaterale”, con i quali “non c’è alcun desiderio di comunicare” poiché “inutile”.
Al contrario, l’approccio di Carlson, secondo il Cremlino, “non è in alcun modo filo-russo o filo-ucraino, bensì filo-americano”.
Il colloquio sarà trasmesso in diretta sul profilo X di Tucker Carlson (@TuckerCarlson).
Why I'm interviewing Vladimir Putin. pic.twitter.com/hqvXUZqvHX
— Tucker Carlson (@TuckerCarlson) February 6, 2024
Tutto era iniziato da uno scoop del sito russo Mash, che aveva paparazzato Carlson lo scorso 1° febbraio in aeroporto e, qualche ora dopo, al Teatro Bolshoi. Ai microfoni del quotidiano Izvestia, Carlson si era limitato a dire che “Mosca è bellissima” (“Volevo solo vederla perché ne ho letto tanto ma non l’ho mai vista prima”), facendo tuttavia intendere di essere arrivato nella capitale russa per intervistare proprio Putin.
Non è certo un segreto che alla leadership russa piaccia il giornalismo di Carlson. Mesi fa, in un promemoria reso di pubblico dominio sul sito Mother Jones, il Cremlino avrebbe esortato tutte le emittenti pubbliche a fare ampio uso dei monologhi di Carlson nelle loro trasmissioni.
Motivo? “Egli critica aspramente le azioni degli Stati Uniti [e] della NATO, il loro ruolo negativo nello scatenare il conflitto in Ucraina, [e] il comportamento provocatorio della leadership dei Paesi occidentali e della NATO nei confronti della Federazione Russa e del presidente Putin in persona”.