La Scuola Internazionale di Cucina ALMA è sbarcata negli Stati Uniti per festeggiare i 20 anni di collaborazione con la scuola canadese George Brown College e la prima storica masterclass agli allievi del “tempio della formazione gastronomica americana”, il Culinary Institute of America. Due traguardi risultato di relazioni, storie e contingenze diverse fra loro ma sempre frutto della proiezione mondiale della scuola di Colorno nella diffusione la cultura della Cucina Italiana attraverso l’alta formazione.
A Toronto, l’evento Celebrating Italia! ha festeggiato i 20 anni della solida partnership tra ALMA e il college canadese George Brown, dal cui sodalizio è scaturito una community di oltre 200 studenti di cucina canadesi che, a partire dal 2004, hanno potuto conoscere e imparare qui in Italia tecniche e segreti della nostra tradizione, oltre che a sperimentare il nostro patrimonio agroalimentare, grazie allo speciale joint program creato dalle due scuole. Una due giorni di eventi inneggiante all’Italia con ospiti istituzionali e più specificamente legati al mondo della ristorazione.
La masterclass si è svolta nella cucina dello Chef stellato Ernesto Iaccarino del Don Alfonso 1890 Toronto che, insieme al suo sous chef Nicola Pignatelli, Diplomato ALMA, e al team del ristorante guidato dallo chef de cuisine Davide Ciavattella, ha raccontato la propria storia e la filosofia in cucina attraverso i suoi piatti più iconici, come la ricciola mediterranea affumicata su crema di fave e finocchi o il celebre Vesuvio di rigatoni. All’iniziativa è seguita una cerimonia che ha avuto tra gli ospiti il Console Generale d’Italia Luca Zelioli, il General Manager di ALMA Andrea Sinigaglia, Rudi Fischbacher, rettore del GBC, e alcuni diplomati di successo.
“Siamo orgogliosi di tagliare questo prestigioso traguardo dei 20 anni di collaborazione – ha detto Sinigaglia – con l’impegno di continuare nella nostra missione di formare giovani professionisti dell’ospitalità, ragazzi e ragazze che hanno scelto le nostre scuole per costruire con successo la loro carriera”.

“Nelle due passate decadi – ha continuato Rudolf Fischbacher, rettore del GBC – la collaborazione con ALMA ha dato vita a preziose opportunità per i nostri studenti che desideravano immergersi in una esperienza formativa e culturale in Italia che fosse unica e indimenticabile. È con profondo orgoglio che possiamo ora raccontare tante storie di successi, connessioni e legami interculturali e condividere insegnamenti che sono scaturiti da questa partnership. Ci auguriamo altri vent’anni di grandi risultati e di proficue collaborazioni”.
Dal Canada al New Jersey in un attimo. Qui ALMA ha fatto per la prima volta il suo ingresso come docente al Culinary Institute of America (CIA), con una masterclass dedicata alla Cucina Italiana. Sinigaglia e l’ALMA Chef Ambassador Antonio De Ieso hanno tenuto una lezione nell’ambito del percorso di approfondimento dedicato alla Cucina Mediterranea, incentrata su storia e cultura gastronomica e abbinata a uno showcooking dedicato a uno dei piatti più iconici del nostro paese: la carbonara.
“Prossimamente saranno i nostri allievi a venire in Italia – ha commentato Michael Sperling, Vice Presidente Academic Affairs – a visitare la sede di ALMA durante il viaggio del nostro corso Global Cultures and Cuisine, segno tangibile del crescente interesse della CIA per il modello alimentare mediterraneo”. Le origini della Cucina Italiana, le sue icone, le sue tipicità regionali sono state al centro dell’excursus, una panoramica che ha raccontato l’essenza della nostra identità enogastronomica, facendo chiarezza fra miti e leggende, fra cosa è autentico e cosa è esempio invece di italian sounding, per iniziare i ragazzi a una cultura dell’eccellenza e del Made in Italy.
Antonio De Ieso, Executive Chef del Fiorentini Restaurant di Rutherford (NJ) e ALMA Chef Ambassador negli eventi che vedono coinvolta la Scuola di Colorno in territorio nordamericano, ha deliziato i presenti preparando la carbonara sia nella sua forma più tradizionale e nota, sia in una veste moderna, contemporanea racchiusa all’interno di un tortello. “In un mondo caratterizzato dalle contaminazioni, fare un piatto “puro” è difficile: se hai imparato un’ottima tecnica all’estero non utilizzarla sarebbe una limitazione che va a discapito della creatività e della sperimentazione. Se uno è focalizzato sulla qualità, può intrecciare le provenienze: solo così si può eccellere”.