Per la prima volta nella storia, un gruppo composto da tre giovani studiosi è riuscito a decifrare uno dei papiri di Ercolano carbonizzati dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C, grazie all’utilizzo della tomografia a raggi x e dell’intelligenza artificiale. Il documento, uno dei molti, fragilissimi conservati nella biblioteca della Villa dei Papiri della città sepolta, rivela affascinanti contenuti inerenti alla musica, al cibo e ai piaceri della vita, probabilmente scritti da Filodemo, filosofo epicureo. L’importanza di tale scoperta è cruciale non solo dal punto di vista tecnologico ma anche storico, poiché tali scritti arricchiscono la documentazione sullo stile di vita quotidiana a Ercolano, quali fonti filologiche di spicco.
La storia: a metà del XVIII secolo, durante gli scavi promossi dai Borbone ad Ercolano, nella cosiddetta Villa dei Papiri venne ritrovata quella che a oggi è l’unica biblioteca dell’antichità intatta che ci sia giunta. Intatta ma in gran parte illeggibile: il corpus consiste in più di 1800 papiri in diversi stati di conservazione, conservati per quasi duemila anni proprio perché carbonizzati. Una parte di essi è stata srotolata e studiata già durante il XIX secolo, ma un gran numero di papiri – quasi tutti in greco – è così fragile che solo toccarli li distruggerebbe.
L’iniziativa ha preso vita grazie all’interesse di Brent Sales, un docente di informatica dell’Università del Kentucky, esperto nell’utilizzo della tomografia a raggi x e dell’AI applicata allo studio e all’analisi di antichi documenti danneggiati. Ma la vera e propria svolta si deve al sostegno di due imprenditori della Silicon Valley, Nat Friedman e Daniel Gross, che hanno indetto una competizione battezzata “Vesuvio Challenge” a cui hanno aderito ben 1.500 informatici in tutto il mondo. Per promuovere maggior interesse alla ricerca, i due imprenditori hanno anche messo a disposizione varie ricompense progressive in denaro e un premio da 700.000 dollari per chi fosse riuscito a decifrare 140 caratteri del papiro entro il 31 dicembre 2023.
Quattro rotoli carbonizzati sono stati sottoposti a tomografie a raggi X senza srotolarli, e la tecnica ‘legge’ la differenza di spessore fra le zone del papiro dove ci sono tracce d’inchiostro e quelle dove non è scritto nulla. Il team dell’università del Kentucky ha messo a punto un algoritmo che partendo dai cambi di spessore potrebbe riconoscere il testo.
Per questo motivo l’ateneo statunitense ha lanciato il progetto Vesuvius Challenge, mettendo a disposizione di tutti l’intelligenza artificiale, i modelli 3D dei papiri sottoposti alle tomografie, e premi in denaro per chi fosse riuscito a decifrare delle parole oppure un intero testo. Il primo gruppo di lavoro in grado di decifrare un intero papiro entro il 31 dicembre 2023 vincerà il primo premio da 700.000 dollari.
Il premio è stato vinto da tre giovani: il dottorando egiziano Youssef Nader, lo studente universitario Luke Farritor, tirocinante presso Space X, e Julian Schilliger, studente di robotica al Politecnico federale di Zurigo. Ma i talentuosi giovani hanno fatto ancora di più: sono riusciti a decifrare anche altre 11 colonne di testo per un totale di oltre 2.000 caratteri.
” Il testo rivelato finora rappresenta solo il 5% di un papiro”, commenta l’imprenditore Nat Friedman sulla piattaforma X. “Nel 2024, il nostro obiettivo è passare dalla lettura di pochi passaggi di testo a interi rotoli e stiamo annunciando un nuovo premio da 100.000 dollari per la prima squadra che sarà in grado di leggere almeno il 90% di tutti e quattro i rotoli che abbiamo scansionato”.
La Villa dei Papiri è ancora in gran parte sepolta ed è probabile che conservi tesori di inestimabile valore per conoscere opere ancora ignote di celebri autori o per risolvere dubbi filologici mai chiariti in base ai testi di cui disponiamo da copie medievali.