Cosa ci fa Tucker Carlson a Mosca?
Sono in tanti a chiedersi il perché della visita del più celebre volto del giornalismo conservatore (e filo-Trump) nella capitale russa. E c’è chi è pronto a scommettere che l’ex presentatore di punta di Fox News – licenziato dal network per presunte simpatie filo-razziste – abbia in programma di intervistare addirittura il presidente Vladimir Putin su X.
Tutto è iniziato da uno scoop del sito russo Mash, che ha paparazzato Carlson lo scorso 1° febbraio in aeroporto e, qualche ora dopo, al Teatro Bolshoi. Dato il periodo, difficile ipotizzare a una visita di piacere. Non solo per il clima gelido che tipicamente caratterizza la Terza Roma in questo periodo dell’anno, ma anche e soprattutto per la Guerra Fredda 2.0 deflagrata in concomitanza con l’invasione dell’Ucraina.
Il Dipartimento di Stato sta intimando da mesi ai cittadini USA di lasciare immediatamente il Paese eurasiatico. Chi ci rimane per lavoro – come il corrispondente del Wall Street Journal Evan Gershkovich – corre infatti il rischio di finire dietro le sbarre con l’accusa di spionaggio.
Un indizio sulla visita di Carlson potrebbe provenire da alcune sue dichiarazioni passate. Lo scorso settembre, in un’intervista alla rivista svizzera Die Weltwoche, il giornalista aveva infatti sostenuto di voler intervistare il leader russo – cosa che tuttavia l’amministrazione Biden aveva a suo dire tassativamente impedito.
Versione confermata da Margarita Simonyan, direttrice della TV di Stato RT, secondo cui Carlson aveva richiesto un’intervista con il capo del Cremlino. Se Putin accettasse, si tratterebbe della prima intervista a un reporter occidentale dal 24 febbraio 2022.
Ai microfoni del quotidiano Izvestia, Carlson si è limitato a dire che “Mosca è bellissima” (“Volevo solo vederla perché ne ho letto tanto ma non l’ho mai vista prima”). Quando gli è stato chiesto se fosse lì per intervistare Putin, invece, ha risposto con un laconico “Vedremo”, lasciandosi scappare un piccolo sorriso.
Finora comunque dal Cremlino prevale la linea del no comment. “Non possiamo certo aspettarci di fornire informazioni sugli spostamenti dei giornalisti stranieri”, ha dichiarato lunedì il portavoce Dmitry Peskov.
“Molti giornalisti stranieri vengono in Russia ogni giorno, molti continuano a lavorare qui, e noi li accogliamo con piacere”, ha aggiunto, chiosando di “non avere nulla da annunciare in termini di interviste del Presidente ai media stranieri”.
Che alla leadership russa piaccia il giornalismo di Carlson è però un segreto di Pulcinella. Non a caso il Cremlino, in un promemoria reso di pubblico dominio sul sito Mother Jones, avrebbe esortato tutte le emittenti pubbliche a fare ampio uso dei monologhi di Carlson nelle loro trasmissioni.
Motivo? “Egli critica aspramente le azioni degli Stati Uniti [e] della NATO, il loro ruolo negativo nello scatenare il conflitto in Ucraina, [e] il comportamento provocatorio della leadership dei Paesi occidentali e della NATO nei confronti della Federazione Russa e del presidente Putin in persona”.