Il capo del Pentagono, Lloyd Austin, è tornato in pubblico dopo il ricovero in ospedale e la notizia, tenuta segreta, della diagnosi di cancro, ha chiesto all’Iran di cessare la fornitura di armi agli Houthi e ha giustificato la risposta agli attacchi dei ribelli yemeniti nel Mar Rosso col fatto che hanno colpito anche navi di 50 paesi che “non sostengono Israele” e “che non hanno niente a che fare con il conflitto a Gaza”.
All’inizio della conferenza stampa, il segretario alla Difesa si è assunto la piena responsabilità della mancata comunicazione sulla sua malattia. Clamoroso era stato considerato il fatto che Austin non avesse avvertito neanche il presidente Biden in una fase politica così turbolenta. “Non abbiamo gestito bene questa cosa e io non l’ho gestita bene”, si è giustificato Austin, sottolineando che “avrei dovuto informare il presidente della mia diagnosi di tumore”.
Messe da parte le scuse il segretario alla Difesa ha confermato che vi sono “piani a più livelli” per la risposta degli Stati Uniti all’attacco da parte di gruppi sostenuti dall’Iran alla base in Giordania, in cui sono stati uccisi tre militari americani. Ed ha aggiunto, in una conferenza stampa, che gli Stati Uniti si riservano il diritto di condurre “molteplici attacchi” se necessario. Nonostante questo, il capo del Pentagono, alla domanda se gli attacchi degli Stati Uniti contro gruppi filoiraniani rischino di infiammare ulteriormente la regione, ha risposto: “il nostro obiettivo è contenere la crisi a Gaza e stiamo impedendo che le cose si allarghino in un conflitto più ampio. C’è molta attività nella regione, ma c’è sempre stata”.

Ed ha affermato che il Pentagono non “vede lo scoppio di un conflitto totale tra Israele e Hezbollah in Libano”. “Noi non vediamo Israele impegnato in un conflitto con altri Paesi nella regione”, ha detto ancora. “Noi non siamo in guerra con l’Iran”, ha ribadito concludendo comunque che il Medio Oriente sta vivendo “un momento pericoloso”.
“Continueremo a cercare di evitare un allargamento del conflitto in Medio Oriente, ma prenderemo tutte le azioni necessarie per difendere gli Usa, i nostri interessi e la nostra gente e decideremo noi come e quando”. La nostra risposta all’attacco in Giordania sarà a più livelli e avremo la capacità di rispondere un certo numero di volte”: ha detto l’ex generale.
“Noi non vediamo Israele impegnato in un conflitto con altri paesi nella regione”, ha detto ancora. “Noi non siamo in guerra con l’Iran”, ha ribadito concludendo comunque che il Medio Oriente sta vivendo “un momento pericoloso”.
Ad Austin, 70 anni, è stato diagnosticato un cancro alla prostata all’inizio di dicembre, per poi essere operato il 22 dicembre. Il 1° gennaio era stato poi portato in ambulanza al Walter Reed National Military Medical Center dopo aver avvertito un forte dolore causato dalle complicazioni dell’intervento e ricoverato nel reparto intensivo. Il segretario alla Difesa aveva intanto trasferito le autorità decisionali alla vice segretaria Kathleen Hicks, senza però spiegarle il motivo e senza informare il presidente Biden e gli altri vertici dell’Amministrazione della sua diagnosi, dell’intervento chirurgico o del ricovero in ospedale fino a diversi giorni dopo essere stato in terapia intensiva.
Dopo l’incontro con la stampa Austin si è recato alla Situation Room della Casa Bianca per una riunione della squadra di sicurezza nazionale per discutere dell’attacco di droni a una base in Giordania che ha ucciso tre soldati statunitensi e ne ha feriti un’altra ventina.