Il telescopio Webb gestito dalle agenzie spaziali di Stati Uniti, Europa e Canada, è riuscito a catturare una serie di meravigliosi scatti che mostrano 19 galassie a spirale con una precisione di dettagli mai vista prima.
Osservando le immagini si possono vedere le enormi masse di stelle, gas e polveri cosmiche che oltre a meravigliare con la loro incomparabile bellezza forniranno agli scienziati informazioni preziose sulla loro struttura e evoluzione. L’obiettivo della ricerca è infatti raccogliere dati sulla formazione di stelle e buchi neri e per la comprensione dell’evoluzione dell’Universo.
Eric Rosolowsky, professore di fisica all’Università di Alberta a Edmonton in Canada spiega: “Pensiamo a queste galassie come onde. La loro struttura ci dice molto su come una galassia distribuisce il suo gas e la sua polvere. Lo studio di queste strutture fornirà informazioni chiave su come le galassie costruiscono, mantengono e esauriscono la loro formazione stellare”.

Come spiegano gli scienziati, la visibilità così dettagliata delle galassie è frutto della combinazione incrociata di dati ottenuti nel vicino e medio infrarosso mediante due strumenti denominati NirCam e Miri altamente sofisticati e installati a bordo del telescopio Webb.
La strumentazione NirCam (Near-Infrared Camera, vicino infrarosso) ha immortalato milioni di stelle, o come le definiscono gli astronomi “ammassi stellari”, caratterizzate dai toni del blu e concentrate nei bracci a spirale delle galassie. I dati dello strumento Miri (Mid-Infrared Instrument, medio infrarosso) invece, evidenziano la polvere incandescente, mostrando le zone in cui questa si localizza intorno alle stelle. Ad oggi nessun altro telescopio è in grado di restituire immagini a infrarossi così dettagliate e nitide. “Questi sono i luoghi in cui possiamo trovare le stelle più nuove e massicce nelle galassie”, puntualizza Rosolowsky.

Gli astronomi rivelano che a queste lunghezze d’onda sono inoltre visibili, nei toni del rosso, le stelle che non si sono ancora formate completamente e restano avvolte nel gas e nella polvere cosmica che ne alimentano la crescita. Tra le strutture riconoscibili nelle immagini sono presenti anche ampi “gusci sferici” inglobati nel gas e nella polvere che potrebbero essere il residuo di esplosioni di nove o supernove, ha spiegato Adam Leroy, professore di astronomia all’Ohio State University di Columbus.