Nella giornata di ieri, dalla Virginia, è partito il convoglio di “patrioti” autodefinitisi come “l’esercito di Dio”, pronti a raggiungere Eagle Pass, lungo il confine tra il Texas ed il Messico.
L’obiettivo di questa carovana composta principalmente da centinaia di camionisti, appartenenti all’estrema destra, suprematisti e tradizionalisti cattolici, è quello di combattere l'”invasione” dei richiedenti asilo, opponendosi al tempo stesso ai “globalisti” che starebbero cospirando per lasciare aperte le frontiere e distruggere così gli Stati Uniti.
Al grido di “Ridateci i nostri confini”, i partecipanti di questa improbabile quanto inquietante marcia intendono coinvolgere altri partecipanti provenienti dalle diverse città che attraverseranno in questi giorni: il gruppo, infatti, farà tappa a Jacksonville, in Florida, per poi dividersi tra Eagle Pass, in Texas, Yuma, in Arizona, e San Ysidro, in California.

“Questo è un momento biblico e monumentale che è stato organizzato da Dio”, hanno dichiarato alcuni componenti del convoglio, “Siamo assediati da ogni parte dalle forze oscure del male: beati coloro che resteranno fedeli a Gesù Cristo, perché saranno chiamati figli di Dio”.
Stando a quanto affermato dagli esperti, le sfumature nazionaliste-religiose del movimento non fanno altro che rendere più pericolosa una situazione già alquanto delicata. Come spiegato da Ruth Braunstein, docente di sociologia presso l’Università del Connecticut, infatti, “Quando le persone credono di lavorare per conto di Dio, potrebbero essere disposte a ricorrere a misure relativamente estreme. Ci ritroviamo di fronte ad una situazione instabile, in parte proprio a causa di questa retorica religiosa”.
Il convoglio, la cui marcia era stata organizzata già un mese fa, aveva inizialmente lo scopo di inviare all’amministrazione Biden un messaggio chiaro e diretto: lo slogan del gruppo, al tempo, era: “Proteggete i nostri confini”. Inizialmente, “l’esercito di Dio” aveva invitato tutte le forze dell’ordine, i militari in servizio, i veterani, funzionari eletti, imprenditori, allevatori, camionisti, i motociclisti, i media e gli “americani rispettosi della legge e amanti della libertà” ad unirsi alla causa.

Le cose sono successivamente cambiate, soprattutto a causa dei provvedimenti fortemente voluti dal governatore repubblicano del Texas, Greg Abbott. Quest’ultimo ha infatti ignorato le richieste del governo federale, dando il via libera alla Guardia Nazionale texana di prendere il controllo di Shelby Park a Eagle Pass, punto cruciale degli attraversamenti di frontiera non autorizzati, intorno al quale è stato posizionato del filo spinato.
Abbott, in seguito, ha ricevuto il sostegno di almeno 16 governatori repubblicani, di Donald Trump e, neanche a dirlo, quello del convoglio in marcia verso il Texas. Al momento, gli esponenti dell'”Esercito di Dio” hanno dichiarato di avere intenzioni pacifiche: eppure, i portavoce del gruppo hanno raccomandato a coloro che si uniranno alla carovana di portarsi il “necessario” per difendersi da eventuali attacchi.
Nel frattempo, il convoglio continua a ricevere consensi anche sul web, dove ha raccolto oltre 50.000 dollari sulla piattaforma GiveSendGo. “Una volta ero disposto a morire per difendere questo Paese”, ha dichiarato uno dei donatori, un ex veterano della Marina, “ora, invece, sono disposto a morire per proteggere la mia famiglia da ciò che questo Paese è diventato”.