Per il Giorno della Memoria, Liliana Segre ha parlato anche di Medio Oriente. Chiamata a tenere una Lectio Magistralis all’Università Statale di Milano, che oggi le conferisce la laurea honoris causa in Scienze storiche, la senatrice a vita che ha dedicato molti anni a fare informazione nelle scuole per tenere vivo il ricordo dell’Olocausto, non ha solo mostrato la commozione che questo anniversario sempre provoca a lei, superstite dei lager, ma la sua desolazione di fronte agli eventi del mondo, dalla rinascita dell’antisemitismo al massacro dei bambini.
Segre ha 93 anni, è una delle ultime sopravvissute dell’Olocausto, testimone attiva della Shoah; ha dedicato molti anni a fare informazione nelle scuole per tenere vivo il ricordo dell’orrore. Da parecchi mesi ha rinunciato agli appuntamenti pubblici, ma questo è un giorno speciale.
Lucidissima nella sua tristezza, le sue parole risuonano nell’aula magna di Milano. “Nella spirale dell’odio più crudele dal 7 di ottobre in poi sono i bambini di tutti i colori e le religioni, sono una nonna disperata di vedere una cosa del genere. I bambini sono quella meraviglia che ogni donna che ha partorito si è trovata in mano. Questi bambini vengono uccisi per l’odio degli adulti che non si ferma mai, loro che sarebbero il futuro di popoli fratelli. Ho una forma di disperazione serale, mi trovo da sola ad affrontare la notte, più si diventa vecchi, più è difficile, se arriverà il giorno dopo, se starai male e nessuno ti sentirà. Non c’è notte dal 7 di ottobre che non mi tenga sveglia a pensare a quello che succede. Io sono una donna di pace, ho sempre detestato l’odio tra le parti, di qualunque genere, la vendetta, che non concepisco. La notte è un po’ la notte di Wiesel, la notte dei tempi, nell’indifferenza generale che è legata al buio delle menti”.
E ancora: “Viviamo un tempo in cui mi è difficile far parte degli ottimisti, c’è qualcosa di già sentito, di già sofferto. Ho persone che mi vogliono bene e che mi dicono stai a casa in questo momento di forte recrudescenza dell’antisemitismo: no, no. Da bambina sentivo dire, meglio non uscire, non farsi notare, ed io chiedevo “perché”. Io quel “perché” dopo così tanti anni… Quel sentire di nuovo non farti sentire, quel perché lì, intimo, umano, tragico di tempi che credevo perduti, sono io che lo grido quel perché. Siccome non grido abitualmente, sono una donna di pace, lo urlo dentro di me quel perché”.
La cerimonia di conferimento della laurea magistrale honoris causa in Scienze storiche si inserisce nell’ambito dei progetti del programma “La Statale per la memoria”, si è tenuta nell’aula magna della sede di via Festa del Perdono 7 dell’Università di Milano.