Ci sarebbe praticamente tutto – dagli ultimi acquisti su Amazon fino alle preferenze sui siti a luci rosse – nei file acquistati ‘sotto banco’ dall’Agenzia per la sicurezza nazionale USA (NSA) dai principali provider commerciali.
Sotto banco perché, contrariamente a quanto prevede la legge, l’acquisizione di dati avviene alla completa insaputa degli utenti finali e senza nemmeno un mandato.
A confessarlo è stato il capo stesso della NSA, Paul Nakasone, in una lettera al senatore democratico Ron Wyden pubblicata giovedì. Quest’ultimo ha sottolineato come l’utilizzo da parte delle agenzie di intelligence di informazioni private sui cittadini americani a loro insaputa sia del tutto illegale – anche se la NSA ha dichiarato che si tratta di dati estremamente importanti per tenere al sicuro il Paese.
“In tutte le fasi, la NSA adotta misure per ridurre al minimo la raccolta di informazioni su cittadini statunitensi, compresa l’applicazione di filtri tecnici”, ha dichiarato un portavoce dell’agenzia in un’e-mail. Nakasone ha comunque affermato che i dati raccolti “possono includere informazioni associate a dispositivi elettronici utilizzati al di fuori – e, in alcuni casi, all’interno – degli Stati Uniti”.
Secondo Wyden, tali registrazioni sono contrarie ai regolamenti della Federal Trade Commission negli Stati Uniti e potrebbero rivelare i siti web e le applicazioni utilizzate dagli americani. “Tali registrazioni possono identificare gli americani che cercano aiuto da una hotline per i suicidi o da una hotline per i sopravvissuti a violenze sessuali o abusi domestici”, ha dichiarato Wyden in un comunicato.
La NSA era già finita nella bufera nel 2013, quando l’ex spia Edward Snowden rivelò documenti top secret che dimostravano una campagna – illegale – di sorveglianza di massa compiuta dall’agenzia d’intelligence in tutto il mondo.