Kenneth Eugene Smith, 58 anni, è morto; giustiziato in Alabama, primo Stato al mondo a usare per l’esecuzione l’ipossia, ovvero il soffocamento, tramite azoto. L’agonia è durata diversi minuti secondo i testimoni presenti all’esecuzione nel carcere di Atmore; cominciata alle 7:53 e conclusa alle 8:25 secondo il capo dell’autorità carceraria dell’Alabama, John Q. Hamm.
La Corte suprema degli Stati Uniti, ultima risorsa del condannato, ha rifiutato di intervenire nonostante le obiezioni dei suoi 3 giudici liberal e le proteste dei movimenti contro la pena di morte. I legali di Smith hanno dichiarato che l’uomo sarebbe stato usato come cavia.
Secondo un pool di cinque giornalisti dell’Alabama che hanno assistito all’esecuzione, Smith, legato a una lettiga con la maschera dell’azoto applicata al volto, sarebbe rimasto cosciente per diversi minuti dopo che il gas ha cominciato a uscire, deprivandolo dell’ossigeno. Gli avvocati dell’Alabama avevano assicurato che il metodo avrebbe garantito una “perdita di coscienza entro pochi secondi”.
Secondo i giornalisti Smith “ha tremato e sussultato” per almeno due minuti e poi ha cominciato a respirare pesantemente per altri diversi minuti. Infine il suo respiro ha rallentato, poi si è fermato. Lee Hedgepoth, uno dei giornalisti presenti, ha detto “Questa è la quinta esecuzione a cui assisto in Alabama e non ho mai visto una reazione così violenta”.
Secondo Hamm, Smith avrebbe cercato di trattenere il respiro più a lungo possibile e non è avvenuto “nulla di diverso da quanto ci aspettavamo”.
Prima dell’esecuzione il condannato aveva pronunciato un lungo discorso dicendo tra l’altro di fronte ai giornalisti che “Stasera, l’Alabama ha fatto fare un passo indietro all’umanità”.
Adesso altri Stati dell’Unione potrebbero cominciare a usare l’ipossia da azoto per le esecuzioni; anche il Mississippi e l’Oklahoma hanno autorizzato il soffocamento da azoto, ma finora non lo hanno utilizzato. È la prima volta dal 1982 che per la pena di morte è stato introdotto un nuovo metodo.
Incarcerato e condannato alla pena di morte per aver ucciso Elizabeth Sennett il 18 marzo 1988, Smith aveva già subito un primo tentativo di esecuzione andato a vuoto. Nel 2022, chi era incaricato non è stato in grado di trovare la vena per l’iniezione letale; poi, nel tragico balletto delle autorizzazioni burocratiche, l’ordine di esecuzione era scaduto.

Gli Stati dell’Unione dove ancora si applica la pena di morte – sono 27 fra cui molti Stati del Sud come l’Alabama – faticano a trovare i farmaci per le iniezioni letali, il metodo oggi più comune, per le pressioni dei gruppi per i diritti civili, di medici e avvocati sulle case farmaceutiche.
Smith era stato condannato nel 1988 perché, secondo la ricostruzione dei fatti, sarebbe stato assunto come sicario assieme ad altri due uomini dal marito di Elizabeth Sennett (un pastore, suicidatosi prima di finire in carcere) per ucciderla e avrebbe poi manipolato la scena del crimine per farla sembrare un furto finito male. La donna fu finita a pugnalate. L’intermediario del crimine condannato all’ergastolo è morto in carcere nel 2020. Il terzo sicario è stato già giustiziato nel 2010.
Vale la pena di leggere l’opinione con cui la giudice della Corte Suprema di Washington Sonia Sotomayor si è dissociata dai sei colleghi conservatori: “Non essendo riuscita a uccidere Smith la prima volta, l’Alabama lo ha scelto come cavia per sperimentare un metodo di esecuzione mai tentato prima. Il mondo guarda”.
La giudice Elena Kagan ha scritto un’altra opinione a cui si è associato il collega Ketanji Brown Jackson: avrebbe bloccato l’esecuzione per dare ia tribunali tempo per esaminare “le circostanze eccezionali” dell’uso dell’azoto perché “Il protocollo è stato sviluppato solo recentemente e anche adesso è in corso di revisione per impedire che Smith soffochi con il suo stesso vomito”.
Secondo il New York Times l’ipossia da azoto è stata usata in Europa in alcuni casi di suicidio assistito ma il metodo dell’Alabama differisce dalla pratica comune.