La Corte d’appello dell’Alabama ha stabilito che Kenneth Eugene Smith, 58 anni, incarcerato e condannato alla pena di morte per aver ucciso Elizabeth Sennett il 18 marzo 1988, verrà giustiziato con il soffocamento da azoto. Ovvero, una volta legato, gli verrà fatto respirare il gas attraverso una maschera per cui dovrebbe morire nel giro di qualche minuto. Trattandosi di un metodo sperimentale, gli avvocati di Smith sostengono che lo Stato lo voglia utilizzare come cavia.
Fra gli Stati che ancora ammettono la pena di morte, alcuni stanno cercando altri modi per giustiziare i condannati dato che le case farmaceutiche che fornivano i farmaci per le iniezioni letali, il metodo più comune per gli USA, si sono rifiutate di venderli e questi sono diventati sempre più difficili da reperire.
Oltre all’Alabama, anche il Mississippi e l’Oklahoma hanno autorizzato il soffocamento da azoto per eseguire la pena di morte, ma finora nessuno di questi ha tentato di utilizzarlo. Dato che la Corte Suprema, l’unica che avrebbe potuto fermare l’esecuzione, ha rifiutato di intervenire, si tratta della prima volta dal 1982 che per la pena di morte verrà introdotto un nuovo metodo.
I medici sostengono che sarà rapido e indolore, ma i legali di Smith temono che l’agonia sarà lunga, soprattutto dopo che il condannato ha già subito un primo tentativo di esecuzione andato a vuoto. Infatti, nel 2022, chi era incaricato non è stato in grado di trovare la vena per l’iniezione letale.
Smith era stato condannato perché, secondo la ricostruzione dei fatti, sarebbe stato assunto come sicario dal marito di Sennett (suicidatosi prima di finire in carcere) per ucciderla e avrebbe poi manipolato la scena del crimine per farla sembrare un furto finito male. Oltre a loro, un terzo uomo avrebbe preso parte all’omicidio ed è stato già giustiziato nel 2010.