Voleva evitare agli altri il gelo ma è finito lui stesso nella bufera, anche se solo metaforica.
È la vicenda del religioso Chris Avell, pastore di Bryan, cittadina dell’Ohio, che è stato accusato di aver violato le leggi urbanistiche cittadine per aver tenuto la sua chiesa aperta 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per ospitare i senzatetto.
L’ufficio del sindaco di Bryan ha dichiarato che la chiesa si trova in un’area in cui non è consentito adibire il primo piano degli edifici a scopo residenziale e che Avell non avrebbe mai richiesto il permesso di usare la chiesa come shelter per senzatetto. La Commissione urbanistica della città, inoltre, lo ha avvertito che l’uso della chiesa come rifugio viola le leggi urbanistiche, poiché non dispone di camere da letto.
Le presunte violazioni, riscontrate lo scorso novembre, comprendono l’installazione impropria di lavanderie, aree di uscita non sicure, la mancanza di una cappa da cucina autorizzata e una ventilazione limitata. Lo scorso 16 gennaio, nel corso di un altro sopralluogo, è stato accertato che cinque violazioni non erano state ancora corrette.
Avell ribatte di aver effettuato le necessarie riparazioni per risolvere i problemi di sicurezza sollevati dai funzionari comunali. Al suo fianco intanto si sono schierati migliaia di utenti social, secondo cui il pastore non dovrebbe essere punito per aver cercato di fornire un rifugio ai senzatetto.
“Sono assolutamente certo che se Gesù fosse nato sulla Terra ora finirebbe nello stesso identico modo”, ha scritto ad esempio il podcaster Phillip Slavin.
In un’intervista rilasciata a Fox News all’inizio di gennaio, Avell ha spiegato le sue ragioni. “L’anno scorso abbiamo deciso di tenere le porte della nostra chiesa aperte 24 ore su 24, 7 giorni su 7”, ha detto. “In passato avevamo già aperto durante il caldo e il freddo estremi per permettere alle persone di entrare. È un po’ l’idea che crediamo che chiunque sia stanco e oppresso possa entrare e trovare riposo. E crediamo che sia un vero riposo, come un riposo per le nostre anime”.