Il futuro di Sports Illustrated, probabilmente il magazine sportivo più iconico degli Stati Uniti, sembrerebbe essere più incerto che mai. Nel pomeriggio di venerdì, infatti, i vertici della rivista hanno comunicato ai propri dipendenti l’intenzione di licenziare “la maggior parte dei lavoratori, se non tutti”.
Una nota shock, visto il blasone e la storia del giornale, che in poche ore ha fatto il giro del Paese, dove ora migliaia di lettori si chiedono che ne sarà dell’amato magazine. Come spiegato dalla CNN, Authentic Brands Group possiede Sports Illustrated ed il suo sito web dal 2019. Qualche tempo fa, la società ha venduto i diritti di pubblicazione ad Arena Group, ma quest’ultima ha recentemente mancato un pagamento per poter esercitare tali diritti, vedendoseli dunque revocati.

“Questo è un altro giorno difficile in quelli che sono stati quattro anni difficili per Sports Illustrated sotto la gestione di Arena Group”, ha comunicato il sindacato dei dipendenti del magazine, “Chiediamo ad ABG di garantire la continua pubblicazione di SI e permettergli di servire il nostro pubblico come ha fatto per quasi 70 anni. Abbiamo combattuto insieme, come sindacato, per mantenere lo standard di questa pubblicazione di storie che amiamo, per assicurarci che i nostri lavoratori vengano trattati come meritano, per il valore che apportano a questa azienda. È una lotta che porteremo avanti”.
Al momento, la società che possiede il giornale ha dichiarato che quest’ultimo non sparirà di certo, ma non ha rivelato ulteriori dettagli sul proprio futuro. Non è ben chiaro, inoltre, se nei prossimi mesi il magazine cartaceo esisterà ancora o se verrà portata avanti solo la sua versione digitale, una soluzione che negli ultimi anni ha visto protagoniste diverse testate in tutto il mondo.
“Authentic è qui per garantire che il marchio Sports Illustrated continui a prosperare come ha fatto negli ultimi 70 anni”, hanno dichiarato i vertici di ABG, “Vogliamo garantire che il tradizionale pilastro mediatico di Sports Illustrated, supportato dalla pubblicità, abbia la migliore gestione possibile, per preservare la completa integrità dell’eredità del brand”.
Il magazine in questione ha raccontato nel corso dei decenni le imprese più iconiche dello sport statunitense e non solo. C’è stato un tempo, nemmeno troppo lontano, in cui la rivista contava oltre tre milioni di abbonati, rappresentando un punto di riferimento per tutti gli appassionati d’oltreoceano e per le stesse stelle del mondo dello sport. Come spiegato anche dal New York Times, infatti, arrivare sulla copertina di SI rappresentava l’approvazione più ambita che un atleta potesse ricevere, anche nell’era della televisione e di internet.

Da Muhammad Ali a Kareem Abdul Jabbar, da Magic Johnson a Michael Jordan, da Tom Brady a Lebron James: nei suoi 70 anni di attività, il magazine ha narrato le gesta dei più grandi di sempre, con uno stile unico, in grado di coinvolgere milioni di lettori.
Nonostante una storia gloriosa da preservare, gli ultimi mesi non sono stati affatto semplici per SI. A dicembre, la rivista finì sotto la luce dei riflettori a causa dello scandalo legato all’utilizzo di “autori” generati dall’AI: una vicenda che portò al licenziamento di Ross Levinsohn, amministratore delegato di Arena Group. Dopo l’episodio di dicembre, ora Sports Illustrated dovrà fare i conti con un mondo sempre più digitalizzato, dove sembra non esserci più spazio per il cartaceo. A farne le spese, a quanto sembra, saranno decine e decine di dipendenti.