Il lander Peregrine, veicolo spaziale della società statunitense Astrobotic, non terminerà il proprio viaggio sulla luna. Nella serata di ieri, infatti, i vertici della compagnia americana hanno dichiarato di aver perso i contatti con la navicella intorno alle ore 20, dopo che erano emerse alcune problematiche all’interno del sistema di controllo che avevano impedito di portare a termine l’allunaggio.
Il viaggio del veicolo, dunque, è terminato una volta che quest’ultimo è entrato a contatto con l’atmosfera terrestre, mentre stava facendo ritorno nei pressi di un’area non popolato dell’Oceano Pacifico.

Peregrine era stato lanciato nello spazio ad inizio mese, più precisamente nella giornata dell’8 gennaio, da Cape Canaveral: qualora la missione fosse riuscita, Astrobotic sarebbe diventata la prima azienda privata a raggiungere la luna con un veicolo tutto suo. Già subito dopo il lancio, la società aveva riscontrato una perdita di ossigeno in uno dei serbatoi del lander, tale da compromettere la possibilità di portare a termine l’allunaggio. Astrobotic era comunque riuscita ad arginare parzialmente il problema, consentendo al veicolo di avvicinarsi al satellite. Il rientro sulla Terra è stato deciso in un secondo momento, per evitare la diffusione di ulteriori rifiuti nello spazio.
Al suo interno, il lander trasportava non solo cinque strumenti della NASA, utili per il programma Artemis, e di altri sette Paesi, ma anche dei resti umani, appartenenti a persone che, in passato, si erano appassionate alle imprese spaziali compiute negli anni. Se la missione fosse andata a buon fine, dunque, sulla luna sarebbero arrivate le ceneri del creatore di Star Trek, Gene Roddenbery, di sua moglie Majel, e di numerosi attori della serie, come Nichelle Nicholos e Jackson De Forest Kelley. Con loro, inoltre vi era anche lo scrittore di fantascienza Arthur Charles Clarke, uno degli sceneggiatori di “2001: Odissea nello spazio”, ed il sassofonista di origini partenopee Giuseppe De Matola, fisico e grande appassionato di astronomia.
Sul veicolo spaziale, inoltre, erano presenti anche i campioni dei capelli di ben quattro presidenti degli Stati Uniti, ovvero George Washington, Dwight Eisenhower, John Fitzgerald Kennedy e Ronald Reagan. In un primo momento, la decisione di portare sulla luna le ceneri o il DNA di alcuni personaggi illustri, aveva suscitato l’ira della Nazione Navajo, guidata da Buu Nygren. Per gli abitanti della riserva indigena, infatti, il satellite della Terra è sacro: secondo i Navajo, dunque, la deposizione dei resti umani avrebbe rappresentato una vera e propria profanazione.

In ogni caso, visti i problemi riscontrati fin dal giorno del lancio, Astrobotic è stata successivamente costretta a rivedere i propri piani. Qualora Peregrine avesse toccato il suolo lunare, sarebbe diventata la prima missione americana a compiere un atterraggio controllato sul satellite terrestre dopo oltre cinquant’anni. Le cose, però, sono andate diversamente.
Ciò che è certo, è che la corsa alla Luna da parte delle società private statunitensi è appena cominciata. Nei prossimi mesi, infatti, proveranno a portare a termine l’allunaggio anche le compagnie spaziali Intuitive Machines e Firefly.