Un recente studio condotto dall’Università dell’Illinois di Chicago pubblicato sulla rivista Nature Cities prevede che entro il 2100, se il tasso di fertilità continuerà a diminuire, 15000 città americane rischieranno di perdere un quarto della loro popolazione.
I ricercatori, che hanno incrociato i dati dell’ultimo censimento degli Stati Uniti con quelli che anticipano diversi scenari, legati soprattutto al cambiamento climatico, avvisano che “le implicazioni di questo massiccio declino della popolazione porteranno a sfide senza precedenti, con l’interruzione dei servizi di base come i trasporti, la possibilità di ottenere acqua potabile, l’elettricità e l’accesso a Internet” a causa del progressivo invecchiamento e spopolamento delle metropoli.
“Il punto è che dobbiamo allontanarci dalla pianificazione basata sulla crescita, che richiederà un enorme cambiamento culturale” – ha dichiarato Sybil Derrible, una delle autrici della ricerca – dovremmo vederlo non come un problema, ma come un’opportunità per ripensare al modo in cui facciamo le cose. È un’opportunità per essere più creativi”.
Dallo studio emerge che il 43% delle città statunitensi attualmente ha una popolazione in decrescita, soltanto il 40% risulta in aumento – i nati nel 2023 sono stati 500.000 – il resto del campione ha evidenziato un andamento alternante. Le diminuzioni più consistenti interesseranno soprattutto il Midwest e il Nord Est rispetto a aree del sud e dell’ovest come le Hawaii e il Distretto di Columbia.
Dalle proiezioni risulta che centri urbani, come Cleveland, Buffalo, New York e Pittsburgh, con molta probabilità sperimenteranno uno spopolamento dal 12 al 23% entro il 2100 anche se altre, come Louisville, New Haven, e Syracuse, al momento non mostrano cali significativi.
“Adesso è possibile osservare una grande crescita in Texas”, ma le cose cambiano: “guardando al Michigan 100 anni fa, probabilmente avremmo pensato che Detroit sarebbe divenuta la più grande città degli Stati Uniti” aggiunge Derrible.
Secondo il team che ha esaminato il cambiamento della popolazione negli ultimi 20 anni – classificando le aree in base alla diminuzione annua dal 5% come gravemente spopolate, dall’1% come moderatamente spopolate e dallo 0 all’1% con spopolamento lento – anche un mix di fattori come il costo della vita, il declino dell’industria, il rincaro degli affitti contribuiranno a allontanare le persone dalle metropoli.
Le soluzioni suggerite per affrontare questa sfida – da attuare in contesti locali – quindi non dovranno solo riguardare il ridimensionamento dei luoghi da un punto di vista urbano, ma dovranno interessare importanti cambiamenti culturali adattandoli alle trasformazioni demografiche.