Alcuni giorni dopo che i repubblicani avevano rinunciato al loro tentativo di presentare alla Camera una risoluzione per chiedere al Dipartimento della Giustizia di incriminare il figlio del presidente per oltraggio al Congresso, Hunter Biden ha accettato di testimoniare a porte chiuse davanti alle due Commissioni, quella di Vigilanza e quella della Giustizia, il 28 febbraio in merito all’inchiesta sull’impeachment avviata contro suo padre.
Lo scorso fine settimana l’avvocato di Hunter Biden aveva intavolato le trattative con i parlamentari affermando che il suo cliente era pronto a collaborare con i legislatori se fossero state soddisfatte alcune condizioni. Il suo accordo a testimoniare ha posto fine a una lunga disputa. In una dichiarazione congiunta i presidenti dei due comitati, James Comer e Jim Jordan hanno dichiarato: “La sua deposizione arriverà dopo diverse interviste con membri e associati della famiglia Biden. Attendiamo con impazienza la sua testimonianza”.
In precedenza, i due comitati avevano approvato la risoluzione per oltraggio al Congresso per Hunter Biden per non aver rispettato gli atti di convocazione, ma c’era incertezza che la richiesta ottenesse un voto di maggioranza e a questo punto sono stati avviati i negoziati per la sua testimonianza.
L’indagine in corso esplorerà se vi sia stata una condotta inappropriata o non etica da parte del presidente Biden riguardo ai rapporti d’affari esteri da parte del figlio e di altri suoi familiari quando era vicepresidente.
Nonostante mesi di indagini, fino ad ora non è stata portata alla luce alcuna prova di illeciti. Anche i periti contabili che hanno testimoniato davanti alle commissioni non hanno riscontrato gli illeciti. Hunter Biden ha anche smentito qualsiasi coinvolgimento finanziario di suo padre Joe Biden nei suoi rapporti d’affari.
Nelle settimane scorse Hunter Bidden è stato incriminato a Los Angeles per evasione fiscale, dopo che in Delaware era stato rinviato a giudizio per violazione delle leggi sulle armi da fuoco, sulle quali sta lavorando il super procuratore David Weiss che, su pressione dell’allora ministro della Giustizia William Barr, aveva aperto le indagini nel 2018. Durante l’estate era stato raggiunto un accordo tra gli inquirenti e gli avvocati di Hunter Biden, ma il patteggiamento è saltato dopo che i presidenti di tre commissioni della Camera scrissero al magistrato che supervisionava l’accordo chiedendo di respingerlo.