La possibilità di una seconda volta di Donald Trump nello Studio ovale a Washington suscita perplessità, ma anche timori tra i leader politici, bancari e aziendali presenti al World Economic Forum di Davos in Svizzera. Potenziali conflitti globali, anche con la Cina, politiche migratorie restrittive, prassi governative allo sbaraglio allarmano non pochi presenti, soprattutto europei, su un possibile Trump II.
Questo ingiustificato terrore non tocca alcuni dei leader statunitensi presenti, infastiditi dalla mancanza di conoscenza dell’equilibrio dei poteri interno al sistema di governo americano e allo stesso tempo consapevoli che lo stallo sarebbe la situazione più realistica, perché anche sotto Trump si rischierebbe un Congresso diviso.
Per Steve Schwarzman, presidente, CEO e co-fondatore del Gruppo Blackstone, sia Trump che Biden sono scelte sbagliate. “Avremo elezioni presidenziali, dove ci sono moltissimi lati negativi per entrambi i candidati”, ha detto Schwarzman, aspettandosi sorprese dalle urne e allo stesso tempo rifiutandosi di vivere i prossimi mesi come una costante ipotesi
L’amministratore delegato di JP Morgan, Jamie Dimon, che al DealBook Summit di novembre aveva invitato gli imprenditori, gli intellettuali e i politici presenti, anche se democratici, a sostenere la candidatura della repubblicana Nikki Haley, non ha usato toni apocalittici nell’immaginare una nuova presidenza Trump, ma ha auspicato che “il Paese sopravviva”, anche ad un secondo mandato di Joe Biden. “Sarò preparato per entrambi, ci occuperemo di entrambi, la mia azienda sopravviverà e prospererà in entrambi”, ha detto Dimon senza mezzi termini. Il Ceo della principale banca d’affari americana ha ammesso, pur a denti stretti, che su alcuni fronti l’ex presidente non era in torto. “Aveva abbastanza ragione riguardo alla NATO. Aveva abbastanza ragione riguardo all’immigrazione, ha fatto crescere l’economia abbastanza bene… e il commercio. La riforma fiscale ha funzionato. Aveva ragione riguardo ad alcune parti della Cina”, ha detto Dimon, che altrettanto nettamente ha ribadito: “non mi piace come ha detto le cose sul Messico, ma non aveva torto su alcune di queste questioni critiche ed è per questo che votano per lui”.

Alcuni ex funzionari della prima amministrazione Trump, nei corridoi di Davos, sono meno ottimisti di Dimon, soprattutto perché in questo secondo mandato verrebbero meno molti di quelli che hanno tenuto a freno il magnate e placato alcuni dei suoi impulsi più distruttivi.
Ben Smith, co-fondatore del quotidiano economico Semafor e frequentatore assiduo di Davos sostiene che tutte le previsioni fatte dai leader mondiali sulla politica americana, nel corso degli anni, si sono rivelate sbagliate e “questo potrebbe essere un buon segnale per Biden”. Il ceo di Salesforce, azienda che vanta molti contratti con il governo americano è consapevole dello scalpore che suscitano le elezioni, ma per Marc Benioff la realtà è che Salesforce resta la stessa azienda “indipendentemente da quando si terranno le elezioni e indipendentemente da chi sarà il presidente”.
Il CEO di OpenAI Sam Altman riduce le elezioni ad un affare enorme, ma scommette sull’America qualunque cosa accada durante queste elezioni.
Fuori dal mondo statunitense le idee sono altre. “Considerando quello che è successo quando il presidente Trump era in carica, il suo interesse principale è il commercio. Quindi dobbiamo aspettarci che le questioni commerciali saranno molto serie”, ha detto Takeshi Niinami, Ceo del produttore giapponese di bevande Suntory, che auspica una pace commerciale.
“Se Trump diventerà presidente… potremmo vedere un rafforzamento della Russia e un aumento della voglia di Putin di accaparrarsi più territorio, e questo metterà direttamente in pericolo la sicurezza dei nostri Stati membri”, ha detto Vera Jourova, vicepresidente della Commissione europea, aggiungendo che gli Stati membri sono preoccupati e si stanno “ preparando per qualsiasi opzione”.
Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea e frequentatrice abituale di Davos invita ad analizzare la precedente presidenza Trump per imparare dalla storia.“Basta guardare alle tariffe commerciali, all’impegno con la NATO, alla lotta contro il cambiamento climatico. Solo in queste tre aree, in passato, gli interessi americani non sono stati allineati con quelli europei”, ha aggiunto e un nuovo mandato di Trump potrebbe allargare ulteriormente i divari.