Continua a diventare sempre più salato il conto che E. Jean Carroll sta portando all’ex presidente.
La giornalista e scrittrice è tornata oggi sul banco dei testimoni per essere interrogata dagli avvocati difensori di Donald Trump nel processo per la richiesta dei danni per essere stata diffamata.
Il procedimento riguarda solamente l’entità dell’eventuale risarcimento, poiché lo scorso maggio un’altra giuria ha già riconosciuto l’ex presidente colpevole dell’aggressione sessuale e ha già accordato a Carroll la somma di 5 milioni di dollari di danni per l’abuso sessuale. Questo secondo processo riguarda solo il risarcimento dei danni per le affermazioni fatte da Trump dopo che era stato condannato.
Trump oggi non era in tribunale perché stava partecipando al funerale di sua suocera, Amalija Knavs, in Florida, ma la sua voce è stata ascoltata in aula perché l’avvocato di Carroll ha mostrato un video con alcune delle dichiarazioni di Trump fatte ai giornalisti dopo che la giuria lo aveva riconosciuto colpevole dell’aggressione sessuale, dove, nonostante la condanna, ha continuato a ripetere che le accuse erano un’invenzione della donna, da lui definita “una persona che non ho mai conosciuto, con cui non ho mai avuto niente a che fare”. “È un verdetto totalmente truccato. Tutta questa faccenda è un imbroglio”. “E’ stato un tentativo di estorsione” “Sono solo interferenze elettorali”. “È una storia inventata”, “Sono vittima di un raggiro politico”.”E’ tutta una macchinazione politica contro di me”.
L’avvocato di Carroll, Roberta Kaplan, ha riprodotto solo una parte delle osservazioni di Trump, portando l’avvocato di Trump Alina Habba a chiedere che venisse riprodotto l’intero filmato, cosa che il giudice ha rifiutato perché non pertinenti con il processo.
Per undici volte il magistrato ha redarguito l’avvocato di Trump che anziché ribattere sulle parole dette dall’ex presidente e sulla diffamazione, ancora cercava di confutare il verdetto di colpevolezza.
Per calcolare l’importo del risarcimento che la giuria dovrebbe riconoscere a Carroll, il team legale ha assunto Ashlee Humphries, professoressa di “Consumer Sentiment” alla Northwestern University, per calcolare quante persone hanno visto o sentito quelle dichiarazioni. Sommando il numero di spettatori, di tweet, articoli, trasmissioni televisive e altri media, Ashlee Humphries ha affermato che le dichiarazioni di Trump hanno raggiunto fino a 104,1 milioni di persone.

Humphries ha detto che si tratta di una “sottostima” perché il suo esame non ha catturato le organizzazioni dei media che hanno parafrasato la negazione delle violenze sessuali da parte di Trump e le innumerevoli volte che ha chiamato la Carroll “bugiarda”.
Humphries ha quindi stimato il costo di una campagna di riparazione della reputazione, che equivarrebbe essenzialmente a una campagna pubblicitaria su diverse piattaforme mediatiche che cercherebbe di cambiare opinione sulla Carroll.
A causa della valenza politica delle smentite di Trump, sarebbe difficile far cambiare idea alla gente, ha detto Humphries. Ha suggerito che Carroll potrebbe inviare messaggi con influencer fidati tra il pubblico di Trump, come Joe Rogan e Candace Owens, e pagare affinché gli annunci vengano visualizzati più volte.
“Gli atteggiamenti in questione qui sono fortemente radicati”, ha detto Humphries. Il 30% dei lettori, in particolare Elle, dove Carroll è stata per lungo tempo editorialista, è politicamente conservatore, ha testimoniato Humphries, ma il periodico l’ha licenziata ugualmente. Inoltre, non ha aiutato il fatto che Trump abbia continuato a diffamare Carroll negli anni successivi alle sue prime dichiarazioni, inclusa la conferenza stampa a New York di mercoledì sera, dopo il processo. “In generale, le affermazioni ripetute rafforzano la convinzione delle persone solo quando provengono da una fonte attendibile”, ha detto Humphries.
Tuttavia, 12,1 milioni di dollari di risarcimento danni per Carroll per migliorare la sua reputazione sono solo la punta dell’iceberg perché nelle dichiarazioni di apertura del procedimento legale, gli avvocati della Carroll hanno chiesto alla giuria di imporre ingenti danni punitivi oltre al risarcimento.
Un altro avvocato di Carroll, Shawn Crowley, ha detto alla giuria che Trump, in qualità di presidente, aveva usato “il più grande microfono del pianeta” per diffamare la scrittrice dopo che lei lo aveva accusato pubblicamente di stupro nel 2019. Trump “ha scatenato i suoi milioni di seguaci” per minacciare e terrorizzare Carroll, che ora dorme con una pistola accanto a lei, ha detto Crowley. “È ora di farlo smettere. È ora di fargli pagare care le bugie che ha detto e quello che ha fatto.”
L’avvocato di Trump, Alina Habba, ha detto che Carroll è tutt’altro che una vittima dei commenti di Trump. “La sua carriera è prosperata ed è stata riportata alla ribalta come aveva sempre desiderato”, ha detto Habba, dicendo ai giurati che Carroll “voleva uno status”. “Voleva l’attenzione”.
Carroll ha accusato pubblicamente Trump di stupro per la prima volta nel 2019, descrivendo in un libro come, intorno a metà degli Anni Novanta, fosse stata assalita sessualmente da Trump in uno dei camerini di prova dei grandi magazzini Bergdorf Goodman di Manhattan. Dopo che Trump ha negato l’accusa, Carroll lo ha citato in giudizio, prima per diffamazione e, nel 2022, per percosse e diffamazione ai sensi di una legge dello stato di New York che sospendeva temporaneamente i termini di prescrizione per le presunte vittime di violenza sessuale. Nonostante la condanna Trump ha continuato con la sua litania di invettive contro E Jean Carroll.