Un recente studio eseguito su 50 uova di insetto fossilizzate, ritrovate presso il John Day Fossil Beds National Monument in Oregon, ha fatto emergere con molta probabilità l’appartenenza a un’antenata dell’attuale cavalletta.
Secondo la ricerca pubblicata su Parks Stewardship Forum, il raro ritrovamento ha potuto fornire ulteriori informazioni sulla fase iniziale della vita di questi animali apparsi per la prima volta sulla terra 300 milioni di anni fa. Il nido venne rinvenuto nel 2012, ma soltanto adesso grazie a sofisticate scansioni micro-CT è stato possibile determinare a quale insetto potesse appartenere.
Le uova che risalgono a 29 milioni di anni fa, deposte nelle profondità terrestri e che non si sono mai schiuse, fossilizzandosi in una massa pietrosa e mineralizzata, forniscono una prospettiva sull’epoca dell’Oligocene.
“Quanto emerso racconta molto sulla loro storia e molto sull’ambiente dell’epoca”, ha dichiarato Nicholas Famoso, coautore dello studio e responsabile del programma di paleontologia presso il John Day Fossil Beds National Monument.
Famoso ha inoltre precisato che a rendere particolarmente interessante il fossile è stato anche il suo habitat non particolarmente adatto alla fossilizzazione: questo tipo di esemplare infatti viene solitamente conservato in zone lacustri dove risiede materiale vegetale, in luoghi poveri di ossigeno e relativamente statici, che consentono ai fossili la loro formazione senza contaminazione da batteri.
Era stato Christopher Schierup, un responsabile del parco, a trovare le uova incastrate in una roccia rotolata giù da una collina durante la sua ricognizione giornaliera all’interno dell’area.
“Non c’è stato bisogno di utilizzare degli attrezzi per tirare fuori dal terreno il baccello – ricorda – l’ho avvolto nella carta igienica e l’ho portato con cura al centro visitatori dove si trova anche il nostro laboratorio”.
I ricercatori in base alle analisi della superficie del fossile, pensavano in principio che le uova potessero appartenere alle formiche. Tuttavia Famoso continuava a essere scettico, perché la loro curvatura non corrispondeva. Decisero quindi di sottoporre il campione al Knight Campus dell’Università dell’Oregon a Eugene per eseguire analisi più accurate.
“È stato allora che abbiamo scoperto che c’era questo strato proteico che teneva tutto insieme – ha rivelato Famoso – non si trattava solo di un ammasso di uova, ma di un tipo di baccello sotterraneo chiamato ooteca, che si era mineralizzato in una scorza rocciosa”.
“Sulla superficie erano visibili 28 uova ellissoidali, ciascuna delle quali misurava non più di 4,65 millimetri di lunghezza e 1,84 millimetri di larghezza e questo è paragonabile solo alle uova delle attuali cavallette moderne, anche se le dimensioni delle uova possono variare a seconda della specie. Le scansioni hanno portato alla luce complessivamente oltre due dozzine di uova – alcune vuote e altre riempite di sedimenti – nascoste in quattro o cinque strati”.
I ricercatori per ottenere ulteriori conferme hanno infine consultato un database contenente più di 6700 uova di insetti che ha rilevato che quel tipo era compatibile soltanto con quello delle cavallette e delle locuste.