“Motore dell’economia e della società”. E’ questa la definizione che il World Economic Forum che si sta tenendo in questi giorni a Davos, in Svizzera, ha voluto dare dell’Intelligenza Artificiale, uno dei temi caldi sul tavolo di politici, imprenditori e guru dell’Information technology.
Per Nicola Mendelsohn, capo del Global Business Group di Meta, “questo è un momento sismico”, il più importante degli ultimi dieci anni nel mondo della tecnologia. Intervenendo al forum svizzero, Mendelsohn ha detto £Guarderemo indietro a quest’anno vedendo un anno davvero cruciale in termini di come è stato nella società”. L’azienda gioca un ruolo chiave con il suo modello linguistico di grandi dimensioni LLaMA.
Il CEO di Microsoft, Satya Nadella, vede emergere un consenso globale quando si tratta di intelligenza artificiale e dice che, anche se gli approcci normativi alla tecnologia possono differire da una giurisdizione all’altra, i paesi parlano di intelligenza artificiale in modo simile. Nadella invoca un coordinamento globale sulla nuova tecnologia e davanti alla platea di Davos ha dichiarato: “Penso che un approccio normativo globale all’intelligenza artificiale sia molto auspicabile, perché penso che ora siamo a questo punto in cui queste sono sfide globali che richiedono norme e standard globali”. L’amministrato delegato di Microsoft, che ha investito 13 miliardi di dollari nella startup OpenAI, ideatrice di ChatGPT, ha chiarito che senza questo quadro globale sarà “molto difficile da contenere, difficile da imporre, e difficile da spostare l’ago della bilancia su alcune delle ricerche fondamentali che sono necessarie”, proprio all’uso sicuro dell’IA. La valutazione del rischio, per Nadella, è fondamentale nell’implementazione di questa tecnologia, sia che si applichi al campo sanitario che ai servizi finanziari, ma a farlo non potrà essere un’agenzia globale, anche se gli stati, per ora, parlano un linguaggio univoco su questo fronte.
Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, intervenendo proprio stamani al forum ha messo in guardia proprio dalla “conseguenze indesiderate” che “ogni nuova interazione dell’IA generativa” comporta. “La tecnologia ha un enorme potenziale per lo sviluppo sostenibile, ma come ci ha appena avvertito il Fondo monetario internazionale, è molto probabile che peggiorerà la disuguaglianza nel mondo”, ha detto Guterres, citando il rapporto dell’istituto che vede il 40% dei posti di lavoro in tutto il mondo, messo sotto pressione proprio dall’uso dell’IA.
Il capo delle Nazioni Unite denuncia senza mezzi termini che “alcune potenti aziende tecnologiche stanno già perseguendo profitti con un chiaro disprezzo per i diritti umani, la privacy personale e l’impatto sociale. Questo non è un segreto”.
Sam Altman di OpenAI ha un approccio meno apocalittico sull’arrivo dell’Intelligenza Artificiale Generativa, nota come AGI, una forma di IA in grado di completare compiti allo stesso livello, o un gradino sopra, degli esseri umani. “Cambierà il mondo molto meno di quanto tutti pensiamo e cambierà i posti di lavoro molto meno di quanto tutti pensiamo”, ha chiarito Altman in un dibattito organizzato da Bloomberg al World Economic Forum, dicendo anche di aspettarsi delusioni dalle eccessive aspettative riposte in questa tecnologia.
Il Ceo di OpenAI è convinto che l’intelligenza artificiale non sta ancora sostituendo i posti di lavoro nella scala che molti economisti temono, e che sta già diventando uno “strumento incredibile per la produttività”.