È cominciato con la scelta di nove giurati il secondo processo a Donald Trump nuovamente citato in giudizio dalla giornalista scrittrice E Jean Carroll che ora chiede all’ex presidente altri 5 milioni di dollari per essere stata diffamata.
Nel primo processo, che è stato celebrato a maggio dello scorso anno, Trump è stato condannato per aver abusato sessualmente di Carroll, e la giuria aveva stabilito un risarcimento di 5 milioni di dollari. Trump ha presentato appello e finora non ha versato un solo centesimo a E Jean Carroll, anche se ha dovuto depositare 5,55 milioni di dollari in garanzia per coprire il verdetto e le spese legali nel caso in cui perdesse l’appello.
La questione che non fu decisa nel primo processo era l’ammontare del risarcimento che Trump avrebbe dovuto ulteriormente versare a E Jean Carroll per i commenti offensivi fatti su di lei, mentre l’ex presidente era ancora alla Casa Bianca. Insulti lanciati dopo che la donna lo aveva accusato della violenza sessuale. E questo secondo processo sarà solo per determinare l’importo del risarcimento.
Tra i nove giurati scelti oggi ci sono un capotreno di 60 anni del Bronx con due figli, un immigrato tedesco che lavora nell’amministrazione in una scuola di lingua tedesca a Manhattan, un 26enne amministratore immobiliare con una laurea in economia, un medico di 46 anni della contea del Westchester con due figli e un quarantenne single residente a Manhattan, attualmente disoccupato, senza moglie o figli. Le identità sono state mantenute segrete.
Si prevede che il processo sarà breve e di portata molto limitata perché il verdetto di colpevolezza è già stato emesso.
Trump nonostante la condanna ancora nega che sia avvenuto qualsiasi incontro sessuale e ha definito Carroll una bugiarda, l’ha dipinta come “una psicopatica malata di mente” e ha suggerito che non l’avrebbe mai avvicinata romanticamente perché non era il suo “tipo”.

Il processo è molto teso. Gli avvocati di Trump hanno cercato più volte di ottenere un rinvio, ma il magistrato federale Lewis Kaplan ha respinto le mozioni degli avvocati di Trump. Inclusa quella presentata da Alina Habba che chiedeva di rinviare il processo in modo che l’ex presidente potesse partecipare giovedì al funerale della suocera, Amalija Knavs. “La sua presenza in aula non è necessaria” ha gelidamente ribattuto il magistrato, il quale ha spiegato agli avvocati che l’aula del tribunale non è una sala per comizi. Il giudice poi ha direttamente detto a Donald Trump di non fare commenti ad alta voce ricordandogli che è già stato riconosciuto colpevole delle violenze sessuali e che le udienze sono solo per decidere l’ammontare del risarcimento per i suoi commenti offensivi.
L’avvocato di Trump Michael Madaio, che ha sostituito l’avvocato Joe Tacopina, si è lamentato del fatto che il giudice aveva emesso giudizi “incoerenti e ingiusti” contro Trump prima dell’inizio del processo. Madaio ha affermato che quanto deciso dal magistrato “ha cambiato drasticamente la nostra capacità di difendere questo caso e ci ha in gran parte privato delle nostre difese”. Ha anche sostenuto che, dato l’appello pendente contro il primo verdetto, il processo non dovrebbe procedere affatto.
Trump è arrivato in tribunale poco prima delle 9, entrando nell’edificio da un ingresso speciale solitamente non utilizzato dal pubblico. Trump è arrivato separatamente ma contemporaneamente a Carroll. I suoi piani per il resto della settimana sono diventati poco chiari a causa del funerale di sua suocera e degli impegni elettorali in New Hampshire.
Poiché il processo deve concentrarsi solo su quanto Trump deve a Carroll, il giudice ha avvertito gli avvocati che non possono dire ai giurati cose che l’ex presidente ha detto durante la campagna elettorale, come quando in un comizio elettorale in Iowa nei giorni scorsi ha affermato che E Jean Carroll ha mentito nelle sue accuse per promuovere il suo libro di memorie.
Carroll, 80 anni, ha intenzione di testimoniare sul danno alla sua carriera e alla reputazione derivato dalle dichiarazioni pubbliche di Trump. Chiede 10 milioni di dollari di risarcimento danni e altri milioni di danni punitivi. “La sua vita – ha detto Shawn Crowley, l’avvocato difensore della donna – è diventata un inferno dopo le accuse di Trump. Ha ricevuto minacce, ha perso il lavoro. Veniva derisa dall’uomo che sedeva alla Casa Bianca”
Trump, 77 anni, si appella alle conclusioni della giuria dello scorso anno e continua a sostenere di non conoscere Carroll, di non averla mai incontrata al negozio Bergdorf Goodman nel centro di Manhattan nella primavera del 1996 e che Carroll ha inventato tutto per poi promuovere il suo libro.
Nel pomeriggio Trump ha lasciato l’aula per andare ad un incontro elettorale in New Hampshire.