Un’indagine condotta dalla Associated Press mostra che Hamas ha accumulato un arsenale di armi provenienti da tutto il mondo, molte delle quali contrabbandate attraverso un blocco di 17 anni che mirava a fermare proprio un simile “traguardo”.
Le immagini raccolte ed analizzate dagli specialisti nel corso di questi 3 mesi di combattimento, hanno evidenziato la presenza di fucili di precisione iraniani, AK 47 cinesi e russi, granate di fabbricazione nordcoreana e bulgara e razzi anticarro assemblati in gran segreto a Gaza.

Parliamo di armi relativamente nuove, a dimostrazione del fatto che il gruppo ha trovato il modo di aggirare il blocco aeronavale della Striscia di Gaza, presumibilmente via mare, attraverso tunnel o nascondendo le stesse armi in carichi di cibo e altri beni. Come rivelato dall’AP, la nuova artiglieria si è rivelata altamente letale nel corso del conflitto in Medio Oriente, soprattutto durante i combattimenti in città, dove i soldati di Hamas utilizzano per lo più tattiche “mordi e fuggi” nei confronti delle forze israeliane.
Nelle ultime settimane, alcuni video propagandistici del gruppo mostrano proprio gli spari dei soldati rivali, registrati attraverso i mirini dei fucili di precisione. Lo stesso Ghazi Hamad, portavoce dell’organizzazione, ha dichiarato ai microfoni di AP: “Stiamo cercando ovunque armi, sostegno politico, denaro”. Hamad, però, si è rifiutato di rivelare la provenienza del nuovo equipaggiamento militare.

Nonostante il silenzio da parte del portavoce di Hamas, gli esperti che hanno visionato le immagini sono stati in grado di identificare le caratteristiche ed i tratti distintivi che chiariscono dove sono state fabbricate molte delle armi brandite dai combattenti. Resta da capire, però, se tale arsenale è stato fornito dai governi dei paesi citati in precedenza o se è stato acquistato gradualmente sul mercato nero, sempre più “popolare” in alcune nazioni dilaniate dalla guerra, come Iraq, Libia e Siria.
“La maggior parte delle loro armi sono di origine russa, cinese o iraniana”, ha affermato N.R. Jenzen-Jones, direttore dell’Armament Research Services, con sede in Australia, “ma nell’arsenale sono presenti anche armi nordcoreane e quelle prodotte nei paesi dell’ex Patto di Varsavia”.
Nonostante l’arrivo della nuova “artiglieria”, l’arsenale militare a disposizione di Israele, ancora oggi, è sicuramente superiore a quello detenuto da Hamas, grazie soprattutto alla presenza di carrarmati di ultima generazione ed elicotteri ed aerei da combattimento. L’esercito di Netanyahu afferma di aver ucciso più di 7.000 militanti di Hamas, a dispetto di 510 soldati caduti tra le proprie fila.

Oltre alle armi elencate in precedenza, l’organizzazione palestinese sembra però aver ottenuto anche droni di progettazione iraniana, in grado di esplodere quando vengono a contatto con i loro obiettivi. Sono stati utilizzati, inoltre, droni fabbricati in Cina, utilizzati per sganciare esplosivi sulle truppe avversarie e sui loro mezzi di trasporto.
“L’uso di questi dispositivi ha cambiato totalmente il volto della guerra negli ultimi anni”, ha spiegato lo stesso Jenzen-Jones, “Li abbiamo visti, ovviamente, in Siria, nello Yemen, in Iraq, in Ucraina e ora anche a Gaza”.