I rapporti tra il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ed il primo ministro dello Stato d’Israele, Benjamin Netanyahu, sembrerebbero essere ad un punto di non ritorno.
Stando a quanto riferito da alcune fonti attendibili ad Axios, qualche giorno fa, nonostante il sostegno pubblico alla causa israeliana, Biden avrebbe addirittura interrotto bruscamente una conversazione con il Primo ministro, riattaccando violentemente il telefono in un attimo d’ira.

“Questa conversazione è finita!”, avrebbe urlato Biden dinanzi del leader israeliano di rilasciare le entrate fiscali palestinesi, trattenute dal suo governo nei territori occupati, di competenza dell’ANP. La telefonata di fine dicembre, stando a quanto riportato dal New York Post, ha segnato l’ultima chiacchierata tra i due leader politici, che si erano parlati quasi ogni giorno da quel terribile 7 ottobre, il giorno in cui iniziò guerra con Hamas.
I finanziamenti sono stati bloccati dal ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, esponente della destra israeliana, con l’intento di danneggiare l’Autorità Nazionale Palestinese, guidata da Mahmoud Abbas, organismo riconosciuto anche dagli Stati Uniti. “La pazienza del presidente Biden sta finendo”, ha dichiarato un ufficiale americano, “questa situazione fa schifo. C’è grande frustrazione”.

La tensione tra le due parti, inoltre, è cresciuta dinanzi al rifiuto di Netanyahu di ascoltare altre richieste avanzate dall’amministrazione Biden, riguardanti il futuro di Gaza nell’immediato dopoguerra. Il governo americano, infatti, per la gestione di questo territorio, vorrebbe coinvolgere in futuro anche l’Autorità Palestinese: un’idea che, ad oggi, ha trovato la ferma opposizione del primo ministro israeliano. Ci sarebbe poi la delicata questione degli aiuti umanitari: secondo il presidente statunitense, infatti, il leader israeliano non starebbe facendo abbastanza per consentire l’arrivo di questi ultimi nei luoghi maggiormente colpiti dal conflitto.
Stando a quanto riferito da Axios, se Israele non ridurrà in modo significativo le sue operazioni a Gaza, punto sul quale i funzionari statunitensi hanno insistito nella speranza di ridurre le vittime palestinesi, probabilmente diventerà sempre più difficile per Biden mantenere lo stesso livello di sostegno alla campagna militare di Netanyahu.

Nel frattempo, la visita del Segretario di Stato Tony Blinken in Israele, la scorsa settimana, non ha fatto altro che esacerbare le frustrazioni all’interno della Casa Bianca e del Dipartimento di Stato. Secondo i media americani, infatti, durante la sua permanenza in Medio Oriente, Blinken ha capito che il rifiuto da parte di Israele di rilasciare le entrate fiscali palestinesi, ostacolerà gli sforzi profusi dagli USA per promuovere nuove riforme all’interno dell’ANP.
Nel corso di un incontro a Ramallah, infatti, il presidente Abbas ha spiegato al Segretario di Stato americano di essere pronto a formare un nuovo governo, ma al contempo ha sottolineato che ciò non sarà possibile in alcun modo senza soldi. In tal senso, le entrate fiscali trattenute da Israele rappresentano una parte importante del bilancio palestinese.
Al momento, dunque, nonostante i diversi solleciti e le varie richieste da parte del governo americano, il Primo ministro israeliano continua a non voler sentir ragioni. Come dichiarato dal senatore democratico Chris Van Hollen, infatti, “Netanyahu è più disposto ad ascoltare i ministri ultranazionalisti del suo governo che il presidente degli Stati Uniti”.