La guerra a Gaza colpisce anche in Australia, dove un parrucchiere di Perth ha deciso di testimoniare la sua storia, raccontando sui social che la coppia di lesbiche a cui aveva donato il seme non lo voleva più: perché lui è ebreo, e loro si fanno molti problemi etici a causa del conflitto fra Israele e Hamas.
Jay Lazarus si definisce un “ebreo gay orgoglioso, nato in Sudafrica e cresciuto in Australia”. Si è sposato da poco col suo compagno. Ma da anni voleva fare da donatore di sperma per aiutare delle coppie a ottenere un figlio. Da quando si è iscritto a un gruppo Facebook che mette in contattori donatori e riceventi, fra le coppie che ha conosciuto ce ne era una di Queens che lo ha incuriosito. Ha parlato molto con le due donne, via zoom e per telefono; ha seguito la prassi richiesta dalla legge australiana (test genetici e medici, sedute di psicoterapia con il suo compagno); infine in settembre ha donato il seme che è stato congelato.
Il 7 ottobre Hamas ha attaccato Israele. Dall’8 ottobre è partita la rappresaglia israeliana sulla Striscia di Gaza. Lazarus ha condiviso sui social alcuni post di sostegno a Israele. Nello stesso mese si è sposato. In dicembre, ha ricevuto un lungo messaggio in cui la coppia del Queensland gli comunicava che non avrebbe usato il suo seme. Avevano sempre saputo che era ebreo, ma ora, benché gratissime, erano “profondamente colpite” dal “conflitto fra Israele e Gaza”. E ancora: “siamo tormentate dall’intensità delle nostre emozioni e dai problemi etici”.
Lazarus ci ha pensato qualche giorno, poi ha condiviso la storia sui social media, scrivendo che “il pregiudizio è sempre presente anche nei circoli progressisti che parlano di ‘amore e gentilezza'”. Per lui, il rifiuto è un atto di antisemitismo, una cosa “che non appartiene solo al passato ma è un pregiudizio vivo e vegeto ancor oggi. Non avrei mai creduto di vedere il giorno in cui avrei dovuto postare una storia così, perché sono ebreo”.
Jay Lazarus vuole ancora essere un donatore; è in contatto con un’altra coppia che è già passata per un aborto, ma che vuole riprovare in marzo. “Credo che temessero che avrei mollato tutto”, dice. “Ma da loro ho avuto solo supporto”.