Dopo 85 anni le restituiscono la casa che una banda di razzisti devastò quando era bambina, costringendo lei e la sua famiglia a trasferirsi. Accadde a Opal Lee quando aveva solo 12 anni, oggi ne ha 97. L’anziana attivista afroamericana ed ex insegnante ormai in pensione di Forth Worth in Texas, viene considerata come la “nonna del Juneteenth”, la festa nazionale che commemora la liberazione della schiavitù nera.
Nel 1939, la famiglia Lee si trasferì in una bella casa situata in uno dei quartieri bianchi della città texana. Appena cinque giorni dopo il trasloco, una banda di razzisti entrò dentro alla villetta: misero tutto a soqquadro e poi appiccarono il fuoco fino a radere al suolo tutto, costringendo i Lee a spostarsi altrove e lasciarsi quell’incubo alle spalle.
Solo di recente, dopo aver lottato una vita intera per i diritti degli afroamericani, per cui ha fatto sì che la festa del Juneteenth venisse riconosciuta a livello nazionale, Opal Lee si è messa a cercare la casa della sua infanzia. Ha scoperto che il terreno era ancora vuoto e apparteneva a un’associazione di beneficenza, Habitat for humanity.
Appena hanno saputo delle volontà dell’anziana donna, le persone che gestiscono l’associazione si sono rifiutate di venderle la proprietà del suolo, ma hanno deciso non solo di regalargliela, ma anche di aprire una campagna di beneficenza per pagarle la costruzione di una casa.
“Il Signore è stato buono con me – ha reagito Lee commossa. – Penso che se glielo chiedo mi regalerà ancora qualche anno di vita”.