Secondo un recente sondaggio dell’Associated Press Norc Center for Public Affairs Research, quasi il 30% degli americani si definisce non religioso, ma frequenta comunque in modo regolare le congregazioni laiche.
Vengono chiamati nones o non affiliati, sono in costante aumento da oltre tre decenni, non si riconoscono appartenenti a nessuna Chiesa o religione, ma seppure atei o agnostici si incontrano per condividere testimonianze, fare meditazione e officiare riti.
Nelle organizzazioni religiose che li accolgono spesso vengono imitate sia la struttura che il linguaggio di una chiesa tradizionale, come gli incontri domenicali, il canto collettivo o le donazioni.
Anche se il fenomeno risulta piuttosto recente, alcuni studi hanno dimostrato che appartenere a una chiesa atea può portare benefici sociali e emotivi. “L’Assemblea Domenicale mi ha aiutato tantissimo – racconta un membro della congregazione di TSA – Ho sempre lottato contro la depressione, ma ora che frequento questo gruppo di amici che condivide le mie convinzioni e che cerca come me di fare del bene sono felice”.

Seppure queste confraternite abbiano quasi tutte la volontà di non nominare espressamente Dio, ma di contemplare solo l’esistenza della materia, si differenziano fra loro nei modi in cui ricercano la trascendenza.
Un numero crescente di comunità come la Divine Assembly TDA o “chiesa dai funghi magici”, fondata nel 2020 a Salt Lake City nello Utah da Steve Urguhart, cerca di far connettere le persone con il divino senza intermediari utilizzando droghe psichedeliche.
Altre organizzazioni laiche come la Chiesa della Vita Perpetua ritengono invece che si possa vivere per sempre e che i loro membri per raggiungere l’immortalità sulla terra possano anche avvalersi di tecnologie come la crionica, che permette di congelare i cadaveri nella speranza che un giorno vengano resuscitati.