Nel 2023, le avvocate associate – cioè dipendenti – degli studi legali negli Stati Uniti sono state in assoluto per la prima volta più numerose dei colleghi. Per la precisione, il 50,3 per cento, secondo i dati pubblicati dalla National Association for Law Placement (NALP), un’agenzia a cui sono iscritti più di 2500 professionisti in ambito legale e che fornisce consulenza a studenti di legge e avvocati in Nord America.
La prima volta che NALP cominciò a tracciare i dati, nel 1991, le donne rappresentavano meno del 38 per cento del totale degli avvocati assunti negli studi legali statunitensi. “Ci sono voluti altri 32 anni perché riuscissero a raggiungere pari rappresentanza – ha dichiarato la direttrice esecutiva Nikia Gray. – Il vero cambiamento è lento, difficile e impercettibile, ma avviene.”
La rappresentanza femminile è aumentata anche sotto altri aspetti. Esiste una netta differenza ancora fra numero di donne associate, cioè dipendenti degli studi legali, e il numero di donne partner, cioè socie che posseggono anche quote di proprietà dello studio. Per la prima volta, rispetto al numero dei partner, le donne hanno raggiunto il 27,76 per cento; ci sono ancora molti pregiudizi da superare e mancanze di inclusione e tutoraggio negli studi da colmare.
Lo stesso vale per quanto riguarda le donne nere e latine che sono sottorappresentate: le associate sono sotto al 5 per cento, mentre sul numero totale dei soci sono poco più dell’1 per cento.
Otto anni fa, il numero delle studentesse iscritte alle scuole di legge statunitensi accreditate dall’American Bar Association (che permette di iscriversi all’esame per l’abilitazione) aveva già superato quello degli uomini. Più del 56 per cento oggi è donna.