Hunter Biden si è dichiarato non colpevole di nove accuse fiscali nel tribunale federale di Los Angeles. Il processo con molta probabilità comincerà a giugno, mentre il padre, il presidente Joe Bien, sarà nel pieno della campagna elettorale.
Nell’atto del rinvio a giudizio i pubblici ministeri federali hanno affermato che Hunter Biden, trasferitosi a Los Angeles nel 2018, non ha pagato almeno 1,4 milioni di dollari in tasse federali dal 2016 al 2019 e per questo è stato incriminato per evasione e falsa dichiarazione dei redditi. Tre delle accuse sono crimini e sei sono reati minori. Quando il giudice Mark Scarsi, della Corte distrettuale federale ha chiesto a Biden la sua dichiarazione, il figlio del presidente si è dichiarato “non colpevole”.
Hunter Biden si era già dichiarato non colpevole in ottobre in un altro procedimento federale separato nel Delaware per non aver dichiarato di fare uso di droghe quando acquistò una pistola nel 2018.
I repubblicani, incluso l’ex presidente Donald Trump, hanno strumentalizzato questa vicenda che prende lo spunto dalla lunga storia con la tossicodipendenza del figlio del presidente. Accusando anche il Dipartimento di Giustizia di non aver portato avanti il caso in modo più aggressivo e sostenendo che il presidente Biden fosse coinvolto nelle finanze di suo figlio, tanto che, senza nessuna prova, hanno aperto al Congresso le indagini per l’impeachment.
Il figlio del presidente ha reso pubblica la sua lotta contro la dipendenza dalla droga iniziata quando da giovane rimase gravemente ferito nell’incidente in cui morirono la madre e la sorella e nel quale lui e suo fratello Beau rimasero gravemente feriti. Dipendenza che poi ha avuto una impennata dopo che suo fratello è morto di cancro al cervello nel 2015.
Il team legale di Hunter Biden ha criticato le accuse affermando che sono state motivate politicamente e ha esortato il Dipartimento della Giustizia a respingere quelle per l’acquisto della pistola.
L’ indagine sul figlio del presidente è stata fortemente sollecitata dall’ex presidente Donald Trump quando era alla Casa Bianca chiedendo all’allora ministro della Giustizia William Barr di avviare le indagini sul figlio del presidente.

Durante l’estate il procuratore federale del Delaware e gli avvocati di Hunter Biden avevano patteggiato un accordo con gli inquirenti federali secondo cui Hunter Biden si sarebbe dichiarato colpevole, avrebbe pagato tutte le tasse arretrate con le penali e avrebbe ricevuto una multa per aver nascosto la sua tossicodipendenza nel modulo per l’acquisto della pistola. Il patteggiamento però venne respinto da un giudice del Delaware, nominato da Trump. Poco dopo, il procuratore generale Merrick Garland nominò procuratore speciale David Weiss del Delaware, che aveva guidato le indagini, il quale ottenne l’autorità per indagare al di fuori del Delaware e lanciò le accuse fiscali in California. Garland ha affermato che Weiss ha completa indipendenza nel condurre le indagini.
L’avvocato di Biden, Abe Lowell, ha detto al giudice che intende presentare alcune mozioni per respingere le accusa, alcune delle quali saranno simili a quelle presentate nel caso delle armi di Biden in Delaware. Il team legale di Biden ha sostenuto che l’accordo siglato all’inizio di quest’anno è ancora in valido e che qualsiasi tentativo di incriminarlo o condannarlo successivamente è inappropriato da parte del Dipartimento di Giustizia perché è il risultato delle forti pressioni politiche fatte sui magistrati e sugli inquirenti federali da parte di Jim Jordan, presidente della Commissioni Giustizia, James Comer, presidente della Commissione di Supervisione della Camera e Jason Smith, presidente della Commissione Ways and Means, della Camera, tutti stretti alleati dell’ex presidente Donald Trump che scesero in prima persona per chiedere di respingere il patteggiamento raggiunto.
Nell’accusa fiscale, i pubblici ministeri sostengono che Hunter Biden ha guadagnato più di 7 milioni di dollari di reddito lordo tra il 2016 e il 2020 dai suoi affari svolti all’estero, compresi i pagamenti per il suo servizio nel consiglio di amministrazione della società ucraina di gas naturale Burisma e il suo lavoro per un conglomerato energetico cinese. Ha anche ricevuto altri 1,2 milioni di dollari nel 2020. Soldi che gli sono stati prestati da un amico. L’accusa sostiene che abbia anche guadagnato più di 140.000 dollari in pagamenti per il suo libro di memorie, “Beautiful Things”. Le pendenze con il fisco, comunque, sono state tutte saldate.
I pubblici ministeri sostengono che Hunter Biden non ha presentato la denuncia dei redditi in tempo per diversi anni. Quando ha finalmente presentato la dichiarazione dei redditi nel 2018, ci sarebbero state false detrazioni aziendali che riducevano la sua responsabilità fiscale.