Il Boeing 737 MAX 9 della Alaska Airlines dalla quale venerdì scorso si è staccata una fusoliera ad alta quota non veniva utilizzato per voli di lunga durata sull’Oceano perché ritenuto difettoso.
A fare luce sulla quasi-tragedia verificatasi a bordo del volo AS1282 è stato il National Transportation Safety Board (NTSB) in una conferenza stampa tenutasi domenica. Nello specifico, i malfunzionamenti avrebbero riguardato l’imprevista accensione di una spia di pressurizzazione in almeno tre diverse circostanze: il 7 dicembre, il 3 gennaio (in volo) e il 4 gennaio (dopo l’atterraggio).
I responsabili tecnici della compagnia avevano deciso di vietare all’aereo di effettuare voli per le Hawaii, che avrebbero richiesto lunghi transiti sul Pacifico. L’accorgimento – spiega la responsabile del NTSB, Jennifer Homendy – era funzionale a “farlo rientrare molto rapidamente in aeroporto” nel caso in cui la spia si fosse riaccesa all’improvviso.
Ed è stata proprio la possibilità di effettuare un atterraggio d’emergenza in pochi minuti che ha verosimilmente salvato tutte le 177 persone a bordo del Boeing 737 Max 9 (tra cui 171 passeggeri).
Il vettore stava navigando a circa 5 chilometri di altezza sopra l’Oregon quando si è staccato un tappo che copriva un portellone, distruggendo alcune file di sedie e strappando materiale isolante dalle pareti. Altri dettagli forniti da Homendy evidenziano altri danni all’interno della cabina di pilotaggio, specialmente alle cuffie del pilota e del copilota.
Ciononostante, l’aereo è miracolosamente riuscito a tornare a Portland – da dove era partito con destinazione Ontario – senza che nessuno dei 171 passeggeri o dei sei membri dell’equipaggio riportasse ferite gravi.

Gli investigatori sono già al lavoro per accertare come mai il tappo – 66 x 121 cm per 28,5 kg – si sia staccato. A trovarlo nel giardino di casa sua è stato un insegnante, che ha inviato alla commissione di sicurezza federale due fotografie prima di consegnarlo fisicamente. L’NTSB ha inoltre preso in custodia due telefoni cellulari probabilmente appartenenti a un paio di passeggeri – uno trovato sul ciglio di una strada e l’altro in un cortile.
Gli investigatori non potranno però ascoltare ciò che è accaduto nella cabina di pilotaggio durante il viaggio. Secondo Homendy, infatti, il contenuto delle scatole nere è stato sovrascritto dopo 2 ore, come prescritto dalle normative federali USA (in Europa la norma è invece che rimangano intatte per 25 ore).
All’indomani dell’incidente, la Federal Aviation Authority ha ordinato la messa a terra di 171 dei 218 Boeing 737 MAX 9 attualmente in servizio – tra cui tutti quelli operati da Alaska Airlines e United Airlines – in modo da poterne verificare la sicurezza. Alaska è stata costretta a cancellare 141 voli nelle prime ore di lunedì, pari al 20% del totale. Sono invece 221 i voli cancellati dalla United, pari all’8% di tutti i voli previsti dalla compagnia per lunedì. Diverse le compagnie che hanno invece autonomamente scelto di lasciare a terra i propri MAX 9 – tra cui Turkish Airlines, la panamense Copa Airlines, ed Aeroméxico.
Oltre al portellone, però, a crollare sono state anche le azioni delle aziende coinvolte: nel primo giorno di negoziazioni post-evento, in borsa le azioni di Boeing sono scese del 9% all’apertura; quelle della Spirit AeroSystems, azienda produttrice della fusoliera, del 14%, mentre l’Alaska Airlines ha limitato le perdite al 4%.