Il viaggio di Peregrine verso la Luna potrebbe essere finito prima ancora di cominciare.
Sul lander dell’azienda Astrobiotic, che per la prima volta intende portare sulla Luna un veicolo costruito da un’azienda privata, è stato infatti riscontrato un problema di propulsione che gli ha impedito di puntare verso il Sole per ottenere energia.
Il problema sarebbe sorto circa sette ore dopo il decollo, all’alba di lunedì dalla stazione spaziale di Cape Canaveral. Il lancio è avvenuto dalla piattaforma 41 della Space Force Station di Cape Canaveral, la base del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, con il razzo Vulcan (che è al suo primo volo) dell’azienda privata United Launch Alliance.
La Astrobotic Technology, con sede a Pittsburgh, si è affrettata a orientare il lander verso il Sole in modo che il suo pannello solare potesse raccogliere la luce prima che l’energia della batteria si esaurisse. Se il sistema di propulsione è difettoso, ha dichiarato l’azienda in un comunicato, “minaccia la capacità del veicolo spaziale di atterrare dolcemente sulla Luna” – dove sarebbe dovuto atterrare il 23 febbraio, dopo oltre mezzo secolo dall’ultima missione del programma statunitense Apollo, nel 1972.
A bordo del lander ci sono cinque strumenti della NASA, nell’ambito del programma Artemis per il ritorno alla Luna, e di altri sette Paesi (grazie a un accordo del 2919, il Commercial Lunar Payload Services). Tre degli strumenti Nasa – il Near-Infrared Volatile Spectrometer System (NIRVSS), Neutron Spectrometer System (NSS) e il Peregrine Ion-Trap Mass Spectrometer (PITMS) — lavoreranno assieme per studiare sostanze volativi come l’acqua sulla superficie e nell’esosfera della Luna.
Ma a bordo di Peregrin ci sono anche resti umani; sono quelli affidati da privati alle compagnie Celestis e Elysium Space, che offrono di portare nello spazio il Dna e/o le ceneri degli umani appassionati di spazio.
Carico particolare che ha provocato aspre polemiche con la Nazione Navajo. Il presidente Buu Nygren ha protestato formalmente anche con la Casa Bianca: la Luna è sacra per i Navajo e altre tribù native americane, questa operazione per loro è una profanazione.
Il razzo Vulcan dopo aver sganciato Peregrine dovrebbe proseguire la corsa verso lo spazio profondo: la missione dovrebbe percorrere quasi 300 milioni di chilometri per creare Enterprise, una stazione umana nello spazio (col nome dell’astronave di Star Trek). Sulla Enterprise arriveranno parte dei resti caricati a Cape Canaveral: fra gli altri quelli di Giuseppe De Matola, rinomato sassofonista e napoletano doc, fisico e appassionato di astronomia, assieme al DNA della compagna Ann Pizzorusso.
Fra i resti cremati partiti stamattina ci sono proprio quelli del creatore di Star Trek, Gene Roddenbery e sua moglie Majel e di vari attori della serie: Nichelle Nicholos (tenente Nyota Uhura), Jackson De Forest Kelley (dott. Leonardo McCoy) e altri membri del cast originale. A bordo c’è anche il grande scrittore di fantascienza Arthur Charles Clarke, co-autore della sceneggiatura del film 2001: Odissea nello spazio.
Ma anche il DNA di quattro presidenti degli Stati Uniti. L’azienda Celestis infatti ha annunciato la spedizione di “quelli che riteniamo essere i DNA autenticati”, affermava in un comunicato lo scorso febbraio, di George Washington, Dwight Eisenhower, John Fitzgerald Kennedy e Ronald Reagan: si tratta di campioni di capelli.
Con questo lancio entra nel vivo la nuova corsa alla Luna. Il rover giapponese Slim è già nell’orbita lunare, e il 19 gennaio dovrebbe eseguire un allunaggio di precisione senza precedenti. Intanto, dopo aver rinviato il lancio della sua missione Im-1 da gennaio a non prima del 12 febbraio, l’azienda privata Intuitive Machine intende portare il suo lander Nova-C sul suolo lunare il 22 febbraio.