La National Collegiate Athletic Association (NCAA), l’associazione che gestisce le attività sportive delle università negli Stati Uniti, in Porto Rico e in Canada, ha finalizzato un contratto di 920 milioni di dollari con l’emittente ESPN sui diritti di trasmissione di 40 campionati – 21 femminili e 19 maschili, da cui sono esclusi la Football Bowl Subdivision e quello del basket collegiale – per i prossimi otto anni, a partire dal 1 settembre. Si tratterebbe di circa 115 milioni di dollari all’anno, il triplo del contratto dello scorso anno, e un valore record per quanto riguarda gli sport femminili.
Sembrerebbe essere un risultato “senza precedenti”, come lo ha definito il presidente di ESPN Jimmy Pitaro, e “il migliore che si potesse ottenere”, secondo il presidente della NCAA Charlie Baker. Ma non tutti sono rimasti soddisfatti.
Infatti, dopo i risultati dello scorso anno – 9,9 milioni di visualizzazioni per la finale del torneo di basket femminile fra Louisiana State University e Iowa andata in onda su ABC ed ESPN -, alcuni speravano in un contratto decisamente più alto. Se non addirittura a parte, come succede per il campionato maschile, che fino al 2032 verrà coperto da CBS e TNT per 873 milioni di dollari all’anno.
Secondo il rapporto redatto da Kaplan Hecker & Fink LLP e commissionato dalla NCAA per studiare la differenza di valore fra sport maschili e quelli femminili, in seguito alle denunce di molte atlete, il campionato di basket femminile potrebbe produrre un fatturato fra gli 80 e i 112 milioni di dollari.
Il presidente della NCAA Baker si è difeso dalle accuse sostenendo che la NCAA stia lavorando per implementare il campionato di basket femminile e che un pacchetto dedicato da 65 milioni di dollari dimostra di essere un trattamento di favore. Una parte di quei soldi verranno destinati alle squadre che avanzeranno nel torneo, ma il presidente non ha specificato le tempistiche né i termini secondo cui verrà distribuito il denaro.
L’Associazione degli allenatori e allenatrici di basket femminile ha comunque festeggiato il contratto come una vittoria perché sicuramente è un primo passo nella lotta alla disuguaglianza di genere nello sport. Ma è altrettanto indubbio il divario che c’è ancora nella copertura mediatica quando si tratta dei tornei femminili.