Vi piacerebbe essere seppelliti sulla Luna? Qualcuno già ci sta pensando ma i nativi americani si oppongono. Una riunione d’urgenza è stata convocata alla Casa Bianca per le proteste degli indiani Navajo che non vogliono che una imminente missione privata trasporti resti umani cremati destinati al nostro satellite.
Peregrine Mission One sarà la prima missione d’atterraggio lunare americana da quando è finito il programma Apollo nel 1972 e la partenza è prevista per lunedì. Due aziende private che intendono fornire servizi di sepoltura lunare, Celestis ed Elysium Space, pagano per avere posto sul lander.
Ma il presidente della Nazione Navajo, Buu Nygren, protesta perché “la Luna occupa un posto sacro nella cosmologia navajo”, e quindi “la proposta di trasformarla in un luogo di riposo per resti umani è profondamente inquietante e inaccettabile per il nostro popolo e per molte altre nazioni tribali”.
Il lander Peregrine dell’azienda Astrobotic di Pittsburgh, che non ha umani a bordo, partirà lunedì da Cape Canaveral sul razzo Vulcan Center della United Launch Alliance. Il carico del programma Tranquility Flight, contiene 66 “capsule della memoria” con Dna e resti di cremazione che resteranno sulla Luna “come tributo permanente alle anime intrepide che non hanno mai smesso di mirare alle stelle” dice il website della compagnia Celestis.
In sostanza, la compagnia vende – a caro prezzo – a chiunque voglia la possibilità di spedire sulla Luna il proprio DNA (anche solo un campione salivare) o i resti della cremazione di un proprio caro.
Il business è potenzialmente edditizio – dirigere i resti sulla Luna parte da quasi 13mila dollari, stesso prezzo previsto per salire su un Voyager diretto allo spazio profondo – e la Celestis non intende piegarsi davanti alle richieste Navajo: “siamo al corrente delle preoccupazioni espresse dal signor Nygren ma non le troviamo rilevanti” dice il CEO Charles Chafer alla Cnn. “Non è vero che la nostra missione sia dissacratoria. Ci sono memoriali per i defunti su tutto il pianeta terra e questo memoriale sulla luce sarà gestito con cura e rispetto. È una celebrazione”.