Secondo i dati raccolti da Pew Research Center, la piattaforma social più utilizzata dai giovani statunitensi di età compresa fra i 13 e i 17 anni nel 2023 è YouTube, nonostante negli ultimi anni stiano spopolando TikTok, Snapchat e Instagram.
Per il secondo anno di seguito, è circa il 93 per cento degli adolescenti intervistati nel sondaggio, circa 1.500, a preferire la piattaforma di casa Google. Di questi, il 71 per cento dichiara di visitarlo almeno una volta al giorno e il 16 per cento confessa di essere online “quasi costantemente”.
TikTok, Snapchat e Instagram, le altre tre piattaforme social più scaricate negli Stati Uniti, vengono utilizzati rispettivamente dal 63, 60 e 59 per cento dei giovani intervistati.
Ma non sono solo gli adolescenti a usare YouTube: ogni mese la piattaforma conta più di 2,7 miliardi di utenti attivi. E finora sono 80 milioni gli iscritti alla versione “premium”, lanciata nel 2018, che permette, fra le altre cose, di non avere interruzioni pubblicitarie e di continuare a riprodurre un video anche con altre applicazioni aperte.
Negli ultimi anni, YouTube è stato aggiornato per rimanere al passo con le altre piattaforme. Oltre ai classici video caricati dai diversi canali, ci sono gli “shorts”, una serie di video brevissimi con inquadratura verticale in stile TikTok; ci sono le tendenze del momento categorizzate in base alla tipologia, fra musica, beauty, tech, etc.; e sono stati pubblicati i primi tentativi con l’intelligenza artificiale per cui dalla voce di un cantante si generano brani musicali inediti.
Diventare uno youtuber sembra essere il lavoro dei sogni del futuro, ma gli esperti della sicurezza online non fanno altro che esprimere la propria preoccupazione per l’impatto che le piattaforme social hanno sulla salute mentale dei giovani e sulla sicurezza personale. Il confronto continuo fra utenti e “celebrità del web” crea infatti aspettative e standard irraggiungibili. Nonostante le azioni che le aziende a capo di Youtube, TikTok, Snapchat e Instagram hanno approvato per controllare e limitare l’attività dei giovani, sembra che agli adolescenti non interessino le conseguenze.