Con l’arrivo del 2024, entra ufficialmente in vigore la Global Minimum Tax, la nuova imposta minima che verrà applica a tutte le multinazionali il cui fatturato annuo complessivo raggiunge almeno i 750 milioni di dollari.

Anche se è diventato effettivo solo nella giornata di ieri, il progetto nasce nel 2021, tramite l’accordo stretto da oltre 130 paesi del mondo. Tra questi, vi sono tutti gli stati appartenenti all’Unione Europea, Regno Unito, Norvegia, Svizzera, Australia, Canada, Corea del Sud, Barbados e Giappone. La tassa in questione, prevedrà un’aliquota minima del 15% sugli utili delle multinazionali: lo scopo del piano, è quello di evitare che queste ultime continuino a trasferire la propria sede fiscale in paesi più “convenienti”.

Stando a quanto affermato dagli esperti del settore, la Global Minimum Tax andrà a colpire specialmente le grandi regine del web, come Amazon, Facebook ed Apple, aziende cresciute vertiginosamente negli ultimi anni. Come riportato dal Financial Times, l’introduzione della nuova misura aumenterà il gettito fiscale mondiale, che toccherà ben presto quota 220 miliardi di dollari. Nei paesi europei, l’imposta è stata promossa dalla Direttiva UE del dicembre del 2022, applicata per garantire “un livello di imposizione fiscale minimo globale per i gruppi multinazionali di imprese e i gruppi nazionali su larga scala nell’Unione”. In questo modo inoltre, secondo i vertici UE, sarà possibile evitare la concorrenza fiscale tra gli Stati membri.
Dopo essere stata approvata dal Consiglio dei ministri lo scorso 19 dicembre, la tassa è entrata in vigore anche in Italia, a partire dal 1° gennaio 2024. Stando alle stime della Cgia di Mestre, il nuovo regime fiscale dovrebbe portare nelle casse del Paese circa 381 milioni di euro entro il 2025, che diventeranno 426 milioni nel 2026, fino a toccare quota 500 nel 2033.
La Global Minimum Tax, dunque, prevedrà un’aliquota del 15% sugli utili delle multinazionali che hanno sede nelle nazioni che hanno aderito al progetto. Le aziende con entrate superiori ai 20 miliardi di dollari, tra cui i colossi del web e della tecnologia, potranno inoltre essere tassate anche nei paesi in cui avvengono i consumi.

“Questo nuovo anno inaugura una nuova era per la tassazione delle grandi multinazionali”, ha dichiarato Paolo Gentiloni, commissario europeo per l’Economia, “L’entrata in vigore in Europa e nelle giurisdizioni di tutto il mondo di questa riforma segna un importante passo avanti verso un sistema più equo di tassazione delle società. Le nuove norme contribuiranno a frenare la cosiddetta corsa al ribasso sulle aliquote dell’imposta sul reddito delle società, nell’Ue e a livello mondiale”.
Se da un lato, dunque, la GMT ha trovato il sostegno di oltre 130 paesi, dall’altro non è certo passata inosservata l’assenza, tra i firmatari dell’accordo, di due super potenze globali, gli Stati Uniti e la Cina. Al momento infatti, le due nazioni hanno deciso di non adottare la nuova tassa.