Mark Kirwan per oltre 21 anni ha lavorato nelle forze dell’ordine di Washington D.C., ma dopo la pandemia e l’attacco avvenuto al Campidoglio nel 2021 qualcosa dentro di lui è cambiato.
Tre anni fa ha comperato un piccolo agriturismo nella contea di Culpeper in Virginia, dove è passato dalla lotta al crimine al recupero di cavalli maltrattati.
Kirwan era arrivato negli USA agli inizi degli anni ’90 da una cittadina di Ross Gray, nella contea di Tipperary in Irlanda, per lavorare in un allevamento di cavalli in Virginia, decidendo poi di entrare nel Dipartimento di Polizia Metropolitana subito dopo gli attentati terroristici dell’11 settembre e dimenticandosi del suo sogno.
“Torna a quello che sei abituato, a quello che ami, torna ai cavalli, torna alla fattoria”. È stato il consiglio di mio padre.
“La maggior parte degli animali che ho salvato, – racconta Kirwan – in particolare i cavalli da tiro, provengono dal Kilpin e dalla Pennsylvania. Quello che facciamo è cercare di fare un’offerta superiore – l’importo varia in relazione al peso dell’animale – a quella dei macellai”.
“Siamo in due, io e la mia ragazza Abby. Bendiamo, inzuppiamo gli zoccoli, ci occupiamo di tutto. È un lavoro duro, sette giorni su sette, 365 giorni all’anno ma noi lo adoriamo. Molte persone mi dicono che è fantastico quello facciamo, salviamo animali, ma in realtà sono loro ad aver salvato me da una carriera nelle forze dell’ordine, esposto al COVID, senza sapere dove sarei finito”.
Nella tenuta Kirwan ospita anche asini e alpaca, è un luogo tranquillo che permette agli animali di godersi gli ultimi anni della loro vita, consentendogli di ritrovare fiducia negli esseri umani, da cui sono stati maltrattati.
Fra i vari animali accolti si sofferma sulla storia di due cavalli in particolare: “Aiden è un cavallo che era rimasto folgorato. Quando non tirava l’attrezzatura da lavoro, gli mettevano in bocca della tintura e un filo della batteria di un’auto, e gli davano una scossa, tutto il suo sistema nervoso è stato conseguentemente danneggiato”.
“Quinn invece è stato picchiato duramente, tanto da essere reso cieco da un occhio. Per evitare di innervosirlo chi gli si avvicina deve posizionarsi in maniera da essere ben visibile dall’unico occhio rimasto, quello destro”.
Kirwan infine racconta che ogni settimana riserva ai suoi animali un trattamento speciale, ognuno di loro riceve una bottiglia di Guinness nel suo mangime. “La birra Guinness è nota per dare ai cavalli lucentezza, e li aiuta inoltre con la crescita degli zoccoli. È come un regalo del venerdì per gli animali”.
“Nessuno se ne andrà più via da qui. Questo è tutto. È importante che sappiano che quando sono nei verdi pascoli, il prossimo che vedranno sarà quello del loro Dio”.
La storia di Kirwan sembra richiamare quella dell’addestratore Buck Brannaman, a cui si ispirò Nicholas Evans nel suo romanzo L’uomo che sussurrava ai cavalli da cui è stato tratto l’omonimo film interpretato da Robert Redford. Buck ha compreso l’importanza dell’addestramento basato sul rapporto tra allevatore e cavallo e la necessità di arrivare alla radice dei sentimenti dell’animale, specializzandosi con il tempo in cavalli che hanno subito traumi.
L’arte del sussurratore viene utilizzata oggi da molti allevatori che considerano il cavallo come un essere vivente con cui rapportarsi proprio come fosse una persona.