Migliaia di soldati israeliani starebbero lasciando in queste ore la Striscia di Gaza per dare inizio a una possibile nuova – e più circostanziata – fase della guerra. Ad annunciarlo sono state lunedì le stesse forze armate di Tel Aviv, in quella che è la prima sostanziale riduzione di truppe dall’inizio del conflitto
Secondo il comunicato di Tsahal, ben cinque brigate torneranno nello Stato ebraico – onde fronteggiare meglio un’eventuale escalation dello scontro a nord con i miliziani filo-iraniani di Hezbollah in Libano, oltreché per consentire ad alcuni riservisti di tornare a lavorare e sostenere l’economia di guerra israeliana.
I militari hanno affermato che la decisione di spostare i soldati da Gaza “alleggerirà significativamente il peso sull’economia e permetterà loro di raccogliere le forze per le attività del prossimo anno”, dal momento che si prevede che i combattimenti nella Striscia continueranno fino a tutto il 2024.
Il deflusso di truppe dovrebbe interessare soprattutto la porzione settentrionale della Striscia, dove l’esercito sostiene di essere vicino ad assumere il controllo operativo. Proseguono invece senza sosta le operazioni nel resto dell’enclave palestinese, in particolare nelle regioni centrali e meridionali, tra cui Khan Younis.
La Mezzaluna Rossa palestinese ha dichiarato su X di aver soccorso diversi civili a seguito di un raid avvenuto domenica notte nella Beach Street di Khan Younis. Sono stati segnalati combattimenti anche nei campi profughi urbani del centro di Gaza, dove le truppe dello Stato ebraico hanno esteso la loro offensiva a partire dalla scorsa settimana.
Secondo le statistiche israeliane, 8.000 militanti di Hamas e gruppi affini sono morti durante l’assalto di Gaza, mentre il ministero della Sanità di Gaza stima che 22.000 persone siano decedute complessivamente, in gran maggioranza civili.

La notizia del parziale ritiro israeliano arriva a poche ore dalla prevista visita del segretario di Stato USA Antony Blinken nella regione, la quarta dallo scoppio della guerra (lo scorso 7 ottobre). Venerdì scorso il capo-diplomatico dell’amministrazione Biden ha inoltre approvato la vendita di aiuti militari per 147,5 milioni di dollari in attrezzature necessarie per far funzionare l’artiglieria israeliana.
La Casa Bianca, che spinge da mesi per una de-escalation del conflitto a Gaza chiedendo all’alleato israeliano di limitare le vittime civili, è impegnata da giorni anche sul fronte del Mar Rosso. Washington si è infatti posta alla guida di una coalizione militare di nazioni per mantenere libero il cruciale canale commerciale marittimo – dove i ribelli yemeniti Houthi, sostenuti dall’Iran, hanno preso di mira diverse imbarcazioni.
Domenica la Marina statunitense ha distrutto tre imbarcazioni che trasportavano miliziani colti nel tentativo di abbordare una nave da carico.