La quantità di “spazzatura spaziale” continua ad aumentare anno dopo anno: intorno alla Terra, infatti, stando ai dati raccolti dalla Space Force statunitense, sono stati identificati non meno di diciannovemila rifiuti, generati dalle varie spedizioni e, naturalmente, dalle migliaia di satelliti presenti.

Dal 1978 ad oggi, il numero di rifiuti è triplicato, senza contare che intorno al nostro pianeta, stando a quanto affermato da vari esperti del settore, vi sarebbero milioni di oggetti ancora non identificati. Preoccupano, in particolar modo, le attuali condizioni dell’orbita Geo, “meta” prediletta delle grandi società che forniscono tv via satellite, servizi telefonici e la rete internet. E’ qui, infatti, che sono concentrati oltre cinquecento apparecchi satellitari e, di conseguenza, è qui che vengono generati diversi detriti.
Per liberare spazio all’interno della Geo, è previsto, secondo il regolamento della FCC, che le società interessate debbano necessariamente trasferire in un’orbita cimitero i loro satelliti, una volta che questi ultimi non sono più funzionanti. Chi non rispetta questa legge, può andare incontro a sanzioni salatissime. E’ quanto accaduto nel corso dell’ultimo autunno a Dish Network, la terza azienda più grande degli Stati Uniti nel settore delle Pay Tv, il cui fatturato si aggira intorno ai 15 miliardi di dollari.
La compagnia, infatti, non è riuscita a trasportare uno dei suoi apparecchi satellitari in disuso lontano dall’orbita Geo, probabilmente a causa di un errore di calcolo riguardante il consumo del carburante. Sta di fatto, che una volta resasi conto della violazione in questione, la Federal Communications Commission ha multato l’azienda americana per 150.000 dollari. Seppur è una cifra che non sposta minimamente gli equilibri della Dish Network, che fornisce servizi televisivi a circa 17 milioni di clienti, si tratta comunque della prima “sanzione spaziale” della storia.
Sulla vicenda, al tempo, intervenne uno dei vertici della stessa FCC, Loyaan Egal, che dichiarò: “Dobbiamo essere certi che gli operatori rispettino i loro impegni. Si tratta di un accordo rivoluzionario, che chiarisce come la FCC abbia una forte autorità di controllo e la capacità di far rispettare le regole riguardanti i detriti spaziali”.

Regole meno ferree, invece, per quanto riguarda le cosiddette “orbite basse”, quelle fra i 500 e duemila chilometri dalla Terra. In queste aree, la FCC esige dalle grandi società del settore che i loro satelliti siano in grado di deorbitare, fino a bruciare una volta entrati a contatto con l’atmosfera. La vera dominatrice delle orbite basse è sicuramente SpaceX, la compagnia di Elon Musk, proprietaria di oltre 5000 apparecchi satellitari.
A partire dal 2025, inoltre, per tentare di ripulire lo spazio dai rifiuti generati dalle attività umane, verrà inaugurato un nuovo servizio, denominato “Clear Space”, un progetto a cui hanno lavorato gli specialisti della EPFL di Losanna. Il piano prevede il lancio in orbita di una sorta di rete rete pieghevole, capace di collassare su un satellite ormai in disuso.