Crescono le preoccupazioni sul potenziale legame tra il servizio nei silos missilistici nucleari dell’Aeronautica Militare statunitense e un aumento del rischio di cancro. L’Associated Press è riuscita a ottenere e poi a pubblicare un rapporto, datato gennaio 2024, che rivela in un centinaio di pagine una certa discrepanza tra il reale livello di tossicità delle capsule sotterranee rispetto a quanto riportato fin dagli anni Ottanta dai vertici dell’Air Force. A breve dovrebbero essere comunicati altri documenti e nel giro di qualche anno i silos dovrebbero venir chiusi, ma potrebbe essere troppo tardi.
Lo scorso gennaio, l’AP aveva riferito che dagli anni Ottanta era stato diagnosticato un linfoma non Hodgkin ad almeno nove ufficiali delle operazioni nucleari e missilistiche, ritirati o ancora in servizio. A fronte di questa notizia un altro centinaio di persone si era fatto avanti denunciando di essersi ammalato di cancro dopo aver lavorato nei silos sotterranei.
Da allora, l’Aeronautica Militare statunitense ha cominciato a esaminare le proprie strutture. Al momento, negli Stati Uniti sono attive tre basi militari che si occupano di sviluppare missili nucleari: la F.E. Warren Air Force Base in Wyoming, la Malmstrom in Montana e la Minot in North Dakota, ciascuna con 15 hub di controllo e 10 silos per costruire e immagazzinare i missili balistici Minuteman III. Migliaia di campioni di aria, acqua, suolo e superficie sono stati analizzati, con il risultato che su almeno quattro di questi c’erano tracce di policlorobifenili, o PCB, un noto agente cancerogeno usato nei cavi elettrici.
Tuttavia, la prima volta che l’Air Force ha pubblicato questi risultati ha omesso che i livelli di contaminazione erano decisamente più alti (50 volte maggiori) di quelli consentiti dagli stardard EPA (acronimo di Agenzia per la Protezione dell’Ambiente che opera negli Stati Uniti) e che quelli di un’altra decina di aree testate erano appena inferiori della soglia.
Alcuni operatori dell’Air Force che hanno lavorato o lavorano tuttora con i dispositivi nucleari sostengono che le ricerche dell’Aeronautica Militare stiano procedendo con trasparenza e che vengano adottate tutte le precauzioni necessarie per proteggersi – utilizzare tute apposite quando si entra dentro le capsule sotterranee e disfarsene una volta fuori. Altri sono in totale disaccordo. “Niente aria fresca, una grande pozza di un liquido scuro marcita sul pavimento, schermi di computer che si surriscaldavano e trasudavano un gel dall’odore di pesce”, si legge dai documenti dell’AP.
Secondo gli standard EPA, la soglia di esposizione all’amianto deve essere al massimo dell’1 per cento per otto ore di lavoro consecutive. Invece, i turni degli operatori nei silos ballistici potrebbero durare 24 ore, se non addirittura 72 quando la squadra che li sostituisce non riesce a raggiungere gli hub sotterranei. Nella base di Malmstrom sono stati registrati campioni di amianto crisotilo, che può essere inalato, tra il 15 e il 30 per cento.