Ampie collezioni di resti umani di nativi americani sono ancora nei musei e nelle università degli Stati Uniti. Mai come in questo 2023, però, migliaia di oggetti cerimoniali e resti umani razziati in passato sono stati restituiti alle Nazioni native americane. Secondo dati ufficiali dell’associazione ProPublica, sono tornati alle loro case i resti di circa 18.800 antenati. Merito di una legge federale, il Native American Graves Protection and Repatriation Act (NAGPRA), che fu approvato 33 anni fa. Merito ancora più proprio di un’indagine di ProPublica, che all’inizio del 2023 ha rivelato l’incredibile numero di istituzioni di cultura che per decenni non avevano rispettato la legge.
Il Repatriation Project chiede al pubblico di raccogliere dati su come e quanto le istituzioni delle loro comunità stiano rispettando la legge. Per ProPublica, è una questione di giustizia etnica e di rispetto verso le Nazioni.
“In risposta alla nostra inchiesta” riporta ProPublica, “che aveva incluso un database interattivo per vedere lo stato dei rimpatri in ogni comunità – c’è stato un ampio riconoscimento dei fallimenti passati”. Musei e università avevano sfruttato un cavillo – negando il rapporto dei resti in loro possesso con le comunità indigene moderne. In alcuni casi, persino all’università di Harvard, su quei resti sono state effettuate ricerche che li hanno distrutti senza il consenso dei discendenti.
All’inizio del 2023, i musei e le università dovevano ancora restituire oltre 110mila resti, più della metà di quanti ne avessero quando la legge entrò in vigore. A fine anno, la cifra è scesa a 97.000. Circa 180 musei non hanno mai avviato le restituzioni. C’è ancora molto da fare.
“È sconvolgente pensare che queste istituzioni hanno ampie collezioni di resti umani” dice Armand Minthorn, ex membro delle tribù confederate della Riserva Indiana Umatilla in Oregon, che ora fa parte del Comitato per l’applicazione e la revisione del NAGPRA, un organo federale. “La lotta continua, ma non rinunciamo”. Una versione aggiornata della legge entrerà in vigore il prossimo anno.
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