Attori, attrici, produttori e produttrici francesi si sono schierati dalla parte di Gérard Depardieu, 75 anni, incriminato in una lunga lista di denunce per abusi sessuali. Il quotidiano Le Figaro ha pubblicato una lettera firmata da 56 personalità del cinema e della cultura francese, di cui 24 sono donne, quasi tutti della generazione di Depardieu. Fra loro anche la cantante francese – e moglie dell’ex presidente francese Sarkozy – Carla Bruni, l’ex storica di Depardieu, Carole Bouquet, e l’attrice inglese Charlotte Rampling; e ancora il regista Bertrand Blier, il tenore Roberto Alagna.
“Non vogliamo essere coinvolti in polemiche e lasceremo che i tribunali facciano il loro lavoro – comincia la lettera. – Gérard Depardieu è probabilmente il più grande degli attori. Non possiamo più tacere di fronte al linciaggio che si sta abbattendo su di lui, di fronte al fiume di odio che si sta riversando sulla sua persona, in barba alla presunzione di innocenza di cui avrebbe goduto, come tutti, se non fosse il gigante che è. Quando Gérard Depardieu viene attaccato in questo modo, è l’arte [del cinema] che viene attaccata. Non cancellate Gérard Depardieu”, conclude la lettera. L’attore l’ha definita “bella” e ha apprezzato i suoi colleghi come “coraggiosi”.
Dal 2018 sarebbero almeno 16 le accuse contro di lui, tutte provenienti da donne con cui aveva lavorato; gli abusi sarebbero avvenuti sui set di 11 film e in altri luoghi. Una delle donne avrebbe affermato che nell’industria del cinema la sua reputazione è ben nota a tutti: “Chiunque abbia lavorato con lui sa che aggredisce le donne”. Ma le denunce non sarebbero mai state formalizzate proprio a causa del potere mediatico di Depardieu, scatenando l’ira delle femministe francesi. Al momento, Depardieu è ufficialmente indagato dopo la denuncia per stupro del 2018 dell’attrice Charlotte Arnould, e questa settimana è giunta la notizia di un’altra indagine per molestie sessuali.
Anche in questo caso, diverse associazioni per la difesa dei diritti e della sicurezza delle donne hanno criticato la scelta di pubblicare una lettera che sostiene e protegge Depardieu. Raphaëlle Rémy-Leleu, deputata parigina, ha dichiarato che si tratta di una “negazione della realtà”. “Si rifiutano di vedere quello che ha fatto quest’uomo… Perché è un artista”, ha detto alla radio pubblica France-Info.
Qualche giorno fa, il presidente Emmanuel Macron è stato criticato perché in una trasmissione televisiva ha parlato di “caccia alle streghe” e perché ha dichiarato che i commenti sessisti e volgari dell’attore e registrati in un documentario della serie Complément d’enquête di France 2, andato in onda la settimana scorsa, potrebbero essere stati manipolati. France Télévisions, la tv pubblica casa madre del documentario, ha detto che il segmento in questione era stato verificato da un pubblico ufficiale che aveva visionato il filmato grezzo. Proprio la messa in onda del documentario, dedicato ai comportamenti problematici dell’attore e alla protezione di cui gode nell’ambiente, ha provocato una vera ondata di choc.
A fronte degli atteggiamenti di Depardieu, la ministra della Cultura francese, Rima Abdul Malak, ha dichiarato che è stata avviata una procedura disciplinare per revocargli la “Légion d’honneur”, l’onorificenza di Stato, che l’attore ha ricevuto nel 1996.
In questi ultimi anni la carriera della star è stata contrastata. Molti registi gli avrebbero voltato le spalle, la sua presenza in diversi spettacoli sarebbe stata cancellata, il suo centro di produzione aperto a Mosca è stato chiuso nel 2022 per mancanza di attività (criticatissime anche le sue prese di posizione in passato a favore del presidente russo Vladimir Putin, anche se in tempi recenti ha cambiato idea sul leader del Cremlino) e anche alcuni oggetti di valore di sua proprietà sono stati venduti all’asta questo autunno per far fronte alla difficile posizione economica in cui si ritrova. Lo scorso luglio, dopo l’ennesima denuncia arrivata contro di lui, Depardieu aveva scritto una lettera a Le Figaro dove smentiva i fatti e raccontava la sua versione, la sua verità.