Passeggiare nel bosco e mantenere il contatto con la natura potrebbe essere la migliore cura anti-age. Uno studio condotto da un team di ricercatori della North Carolina State University e recentemente pubblicato sulla rivista Science of the Total Enviroment ha rivelato che vivere a contatto con la natura influisce positivamente sulla struttura cellulare del corpo umano rallentando il processo di invecchiamento a cui tutti noi siamo inevitabilmente sottoposti. Come si legge nello studio, i ricercatori hanno esaminato alcuni dati provenienti dal National Health and Nutrition Examination Survey dei CDC raccolti dal 1999 al 2000, che riportava le cartelle cliniche e i dati sui luoghi in cui viveva un gruppo composto da 8.000 persone prese in esame. L’obiettivo dei ricercatori è stato quello di capire -attraverso questi dati di partenza- in che misura il contatto con la natura facesse parte del loro stile di vita quotidiano e quanto potesse essere correlato all’invecchiamento del corpo.
Partendo da queste informazioni, i ricercatori si sono concentrati sull’analisi della lunghezza dei telomeri di tutte le 8.000 persone prese in esame, per stabilire il loro livello di invecchiamento cellulare. I telomeri -che in questo caso sono stati usati come marcatori biologici- sono delle strutture che si trovano alle estremità di ciascuno dei nostri cromosomi con la funzione di proteggere e mantenere in buona salute il nostro DNA. I telomeri, per loro natura si usurano e si accorciano con il passare del tempo e ciò significa che più si invecchia e più diminuisce la distanza tra un telomero e l’altro.
Eppure gli autori dello studio spiegano che non tutti i telomeri si restringono allo stesso ritmo e che uno stile di vita stressante o eventi traumatici possono consumarli più velocemente. Tuttavia, vivendo a contatto con la natura, i dati dello studio hanno dimostrato che il processo di invecchiamento rallenta. Questi dati confermano che l’esposizione costante all’inquinamento atmosferico accelera l’invecchiamento cellulare, poiché le persone che non vivono in spazi verdi o che hanno uno scarso contatto con la natura, presentavano un accorciamento della distanza dei telomeri più veloce e marcato risultando maggiormente predisposti all’invecchiamento precoce.
“Abbiamo scoperto che più spazio verde le persone avevano nei loro quartieri, più lunghi erano i loro telomeri”. “Questo era vero indipendentemente dalla etnia, dallo status economico, dal fatto che fossero bevitori o fumatori, ecc.” spiega il coautore Aaron Hipp. A questo proposito gli autori dello studio sottolineano l’importanza di piantare alberi e riservare aree di spazi verdi integrati nei contesti urbani, così da rendere il contatto con la natura accessibile anche a chi vive nelle città.