Due società private americane stanno per sbarcare sulla Luna con i loro veicoli spaziali senza equipaggio. Gli allunaggi, che saranno finanziati dalla NASA, fra gennaio e febbraio 2024 riporteranno gli Usa sul satellite dopo l’ultima missione dell’Apollo 17 avvenuta nel 1972.
Astrobotic, una società di Pittsburgh, è pronta a lanciare l’8 gennaio la sua navicella spaziale Peregrine in occasione del volo inaugurale del razzo Vulcan – un vettore da lancio pesante progettato dalla United Launch Alliance, in accordo con Lockheed Martin e Boeing, in partnership con Blue Origin – . A metà febbraio invece, a partire da un’altra piattaforma a Cape Canaveral in Florida, sarà Intuitive Machines che lancerà il suo lander sul razzo Falcon 9 di SpaceX.
Entrambe le missioni fanno parte del programma Artemis della NASA, che mira a riportare gli astronauti sulla superficie lunare e del Commercial Lunar Payload Services ASA, che cerca di appaltare servizi di trasporto per inviare merci, lander robotici e rover sulla Luna, con l’obiettivo di esplorarne le risorse.
Jim Bridenstine, amministratore della NASA fino al 2021, nell’annunciare i programmi dichiarò di voler sfruttare le capacità dell’industria privata per farla decollare in modo rapido ed economico. “Ciò che cerchiamo qui è la velocità”.
Se Peregrine sarà lanciato nella data prevista, potrebbe – come indicato in una nota di Astrobotic – atterrare il 23 febbraio. Mentre un portavoce di Intuitive Machines ha dichiarato che la società prevede di poter giungere sul satellite “circa sette giorni dopo il lancio” anche se ancora non è stata fornita una data specifica.
Negli ultimi anni sono molti i paesi che hanno inviato veicoli spaziali sulla Luna, fra cui il Giappone – che prevede che il suo lander robotico, lanciato il 7 settembre, possa atterrare senza incontrare ostacoli il 19 gennaio 2024 – e l’India – che con lo sbarco di agosto 2023 è divenuta la prima nazione nella storia a posare un lander nella regione del Polo sud lunareche con lo sbarco di agosto 2023 è divenuta la prima nazione nella storia a posare un lander nella regione del Polo sud lunare e la quarta, dopo Stati Uniti, Russia e Cina, a aver raggiunto la sua superficie.
Quest’ultima sia nel 2007 che nel 2010 aveva inviato sulla sua crosta una flotta di veicoli spaziali, e nel 2013, con lo sbarco della navicella Chang’e 3, grazie al rover Yutu, diviene la prima a allunare dai tempi della missione sovietica Luna 24 nel 1976. Ma è il 3 gennaio del 2019 che riesce a scrivere una pagina importante delle storia, quando il lander Chang’e 4 effettua il primo allunaggio sul suo lato in ombra.
La Nasa, dopo aver inviato lo scorso anno la navicella Orion, ora pianifica di effettuare una missione di sorvolo sulla superficie lunare con gli astronauti. “Si stanno sottoponendo a tutti i tipi di test” – ha dichiarato Bill Nelson amministratore della Nasa – che ha fatto intuire che gli sbarchi potrebbero avvenire entro il 2025.
Nel frattempo la stazione spaziale continuerà a effettuare voli robotici, oltre a quelli citati prevede di inviare sempre attraverso Astrobotic il rover VIPER – Volatile Polar Compounds Exploration Vehicle – una navicella, grande quanto un golf cart, che sarà dotata di un trapano necessario alla ricerca di acqua ghiacciata nell’area vicina al polo sud lunare.
“Se tutto funzionerà, sarà uno strumento fantastico per supportare gli esseri umani sulla Luna, ma anche per svolgere entusiasmanti attività scientifiche e commerciali in modi che altrimenti non sarebbero possibili”, ha affermato l’astrofisico svizzero americano Thomas Zurbuchen ex responsabile del settore scientifico della NASA che ha monitorato il progetto.
“Compiere un atterraggio lunare è un’operazione altamente rischiosa le probabilità di successo per qualsiasi missione sono del 50% e avere due società che perseguono contemporaneamente questo obiettivo ne aumenta le possibilità”.
Sia il CEO di Astrobotic, John Thornton, che Stephen Altemus, di Intuitive Machines, hanno confermato nei mesi scorsi di essere pronti alla sfida e auspicano entrambi di riuscire a riportare gli Usa sulla Luna “è un compito impegnativo ma lo affronteremo seriamente”.