Dieci americani che erano detenuti in Venezuela sono stati liberati e stanno tornando a casa. Lo annuncia il presidente Joe Biden, sottolineando che gli Stati Uniti restano comunque concentrati “nell’assicurarsi il rilascio degli ostaggio a Gaza e degli americani ingiustamente detenuti nel mondo, fra i quali Evan Gershkovich e Paul Whelan. Non ci fermeremo finché non li porteremo a casa”.
“Sono lieto che il loro calvario sia finito – ha detto il presidente – ci stiamo assicurando che il regime venezuelano rispetti gli impegni presi. Hanno annunciato una roadmap elettorale per le elezioni presidenziali del 2024. E oggi hanno rilasciato venti prigionieri politici, che si vanno ad aggiungere ai cinque precedentemente rilasciati”, ha aggiunto, ribadendo che gli Stati Uniti sostengono la democrazia in Venezuela e le aspirazioni del popolo venezuelano.
Per assicurarsi la riuscita del progetto, la Casa Bianca ha accettato di rilasciare un alleato del presidente Nicolas Maduro, Alex Nain Saab Moran. Moran è stato incriminato in Florida per riciclaggio nel 2019 ed era stato estradato negli Usa da Capo Verde dove era stato arrestato nel 2020 mentre stava tentando di fuggire in Iran.
La liberazione è un prezzo pesante per Washington, non solo per il carico di incriminazioni di cui doveva rispondere l’uomo d’affari di nazionalità colombiana, ma anche per il fatto che la sua dettagliata conoscenza delle dinamiche interne del regime di Maduro veniva considerata una miniera d’oro dagli inquirenti americani.
Moran, che aveva invocato l’immunità diplomatica, era coinvolto in caso di riciclaggio per 350 milioni di dollari, accusato di aver pagato tangenti a funzionari venezuelani per ottenere, a partire dal 2011, appalti per l’edilizia popolare presentando poi documentazioni false per i rimborsi.