L’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti Michael Herzog ha confermato come Israele sia pronto a sospendere i combattimenti a Gaza in cambio della libertà del maggior numero possibile di ostaggi.
Herzog ha però sottolineato come sia troppo presto per dire se ci sarà un accordo, notando le richieste di Hamas più ampie rispetto all’ultima tregua. “Speravano in un cessate il fuoco permanente – ha detto – ma auspico che sotto la pressione di ciò che stiamo facendo sul campo, oltre all’insistenza del Qatar, accetteranno di concludere un accordo. Ma è prematuro in questa fase. Posso ribadire il fatto che Israele è pronto per un’altra pausa umanitaria e per ulteriori aiuti umanitari per consentire il rilascio degli ostaggi. Ora la responsabilità ricade interamente su Sinwar e sulla leadership di Hamas”.
Le parole di Herzog arrivano mentre l’amministrazione Biden chiede che Israele passi a una fase meno intensa dei combattimenti a Gaza idealmente entro la fine dell’anno.
A riportarlo è stato il Washington Post che, nonostante gli Stati Uniti abbiano ripetuto come non intendano porre una tabella di marcia a Israele per la campagna militare, ha riferito di un documento di 20 pagine redatto dal Dipartimento di stato americano secondo cui il controllo di Gaza, nel dopoguerra, passerebbe sempre più ai palestinesi.
In questo senso, la sicurezza sarebbe gestita da “palestinesi che non siano affiliati ad Hamas e che vogliono collaborare con le truppe israeliane che ancora circondano il confine. Inoltre, questa forza di polizia verrebbe rafforzata da truppe che operano sotto mandato delle Nazioni Unite”.